Archivi tag: arte

Gabriel Celaya: la poesia è un’arma carica di futuro

Gabriel_Celaya

di Alessandro Scuro

Interessato in gioventù alle sperimentazioni formali e alle elucubrazioni oniriche dell’arte per l’arte, come la maggior parte dei suoi coetanei, Gabriel Celaya fu tra i molti che in seguito agli eventi del 18 luglio del 1936 trovarono inadeguati quei versi raffinati, colpevoli quegli artifici indifferenti ad una realtà che non poteva più essere ignorata senza complicità. I poeti in erba degli anni precedenti alla guerra, inevitabilmente influenzati dalla Generación del 27, si ritrovarono a vivere il dilemma maireniano, travolti da una barbarie che la ragione non poteva sopportare. La morte, l’esilio e il silenzio rassegnato al quale la censura e la repressione fascista avevano costretto i superstiti, lasciava quei giovani orfani della maggior parte dei propri riferimenti. Impossibile per loro mostrarsi docili verso l’ordine immutabile delle cose, dopo aver visto stravolgere con i propri occhi speranze e possibilità, soffocate dalla tradizione più nefasta. Continua la lettura di Gabriel Celaya: la poesia è un’arma carica di futuro

Camminando sulle acque

10

DIALOGANDO CON IL TONTO (5)

di Giulio Toffoli

E’ il 3 luglio, una domenica assolata e afosa. Sono uscito per la solita passeggiata con annesso acquisto del giornale e sosta in un qualche locale in centro. Mi siedo, una sedia al bar di piazza Duomo, al riparo dal sole e con un refolo di vento che rende la situazione più tollerabile. Continua la lettura di Camminando sulle acque

Molti in poesia…

Ecco lo scritto di Partesana a cui avevo accennato (qui). In APPENDICE ho trasferito i commenti riguardanti l’argomento  già pubblicati sotto l’articolo Trapassato prossimo. L’invito è a proseguire la discussione in questo post [E. A.]

di Ezio Partesana

E il mondo ancor più sterile, o fratello,
 Ci fa quel vol di poësia stupendo,
 E non trovando il Bello,
 Ci abbranchiamo all'Orrendo.
(A. Boito)

Il molto poeta non scrive mai poesie brutte, non gli passa neanche per la testa di farlo, e anche quando legge c’è sempre una immagine o un ricordo che gli paiono belli e degni d’essere raccontati in versi; in fondo la letteratura è fatta di parole e sentimenti, e le une e gli altri sono possesso comune di tutti gli esseri umani. Continua la lettura di Molti in poesia…

2 prove e 3 carte

cartapesta lecce

di Antonio Sagredo

 

Prova n.° 1
(ragnatele)

Non puoi andare oltre il sor/riso di una scrittura,
 il segno che ti dono è il diniego del tuo gesto.
 Non attendere che l’orrore quotidiano sia la tua natura:
 il tempo è malato e fuori del suo delirio - io resto. Continua la lettura di 2 prove e 3 carte 

Il bisogno del lupo

894
Testimoni muti

DIALOGHI SEMIMUTI CON PIETRANTONIO ARMINIO

di Donato Salzarulo

 «Fratello, ti do noia ora, se parlo?»
«Parla: non posso prender sonno».
G. Pascoli

 1 – Spesso, quando arrivo, Pietrantonio non c’è. È su, nelle stanze al primo o al secondo piano della casa di via Forno Giardino. È quella in cui è nato ed è quella che più di tutte è stata trasformata dalle sue mani e dalla sua intelligenza artistica. Vi ha portato la luce. Quella naturale, dell’alba, dei mezzogiorni e dei tramonti. E quella dell’arte che sa coniugare bellezza e funzionalità. Continua la lettura di Il bisogno del lupo

Compiti e libertà della poesia o dell’arte

libertà arte

di Gianmario Lucini e Ennio Abate

La morte di Gianmario Lucini ha portato dolore e smarrimento. E’ bene tacere, soffermarci, ascoltare il nostro turbamento, esprimerlo nella sua immediatezza, non passare subito ad altro. Ma Gianmario è stato poeta, saggista, editore, organizzatore di cultura. Basti visitare il sito poiein (qui) o quello delle edizioni CFR (qui) per avere un’idea della molteplicità del suo lavoro e capire che c’è un patrimonio da salvaguardare e interrogare criticamente.  Spero che assieme ad altri lo si possa fare in modo serio nei prossimi anni. I tempi però non sono favorevoli alle collaborazioni e perciò a me pare giusto cominciare da solo ad accumulare riflessioni che volentieri farei confluire in un lavoro di cooperazione mirato a un progetto meglio definito. Intendo, dunque, ospitare – a mo’ di documentazione,   di tanto in tanto e senza un preciso ordine – carteggi e riflessioni miei o di altri sui temi affrontati da Gianmario. Comincio con questo scambio di mail tra me e lui sulla questione dei “compiti e libertà dell’artista o del poeta”. Risale al 2013 e  avvenne al margine  di una discussione (qui) sul blog “Poesia e Moltininpoesia”. [E.A.] Continua la lettura di Compiti e libertà della poesia o dell’arte

Ancora su dialetto e lingua. Due punti di vista

Indovinello-veronese_mini

[Cosa si cela ancora oggi nelle pieghe e nelle ombre della questione del rapporto dialetto-lingua (nazionale) troppo spesso trattata in modi accademici o, più di recente, riproposta in termini populistici o di mera conservazione dei monumenti letterari (i “nostri” classici)? Innanzitutto una lotta tra modi di vita sociali (contadini, industriali) e di civiltà (anche linguistiche) da tali modi storicamente sortite. E come ci rapportiamo oggi a questa lotta che c’è stata ed ha visto, sì, la supremazia del “mondo industriale” ma con costi talmente pesanti e a volte insopportabili da alimentare di continuo la sua contestazione e una nostalgia romantica per modi di vivere (e linguaggi: i dialetti appunto) sentiti come  più “naturali” e fin quasi a perdere di vista di che «lagrime grondi e di che sangue» la stessa civiltà contadina? Direi che in questo scambio di mail io e Paolo Ottaviani – entrambi mai sciolti dalla memoria “amorosa” dei dialetti e mai ebbri dei fasti luccicanti della lingua italiana letteraria – rappresentiamo due punti di vista vicini e distanti allo stesso tempo. Più pacificante mi pare la sua visione («Per quanto riguarda invece il plurisecolare conflitto lingua-dialetti io parlerei di “pacificazione nell’arte”»). Più drammatizzante la mia («sento in conflitto (o almeno in forte tensione) le parti in dialetto da quelle in italiano delle mie raccolte»). Per Paolo «ciò che fa da tramite tra la “grande storia” e l’infinitamente piccolo – la mia persona – è, il “suono”, l’armonia nascosta». Per me anche nel suono, anche nell’arte o poesia, la differenza/scontro/attrito (eco di quella storico-sociale) persiste; e la poesia, al di là della superficie, non è affatto «una dea pacificatrice». Due punti di vista, dunque, che è bene sottoporre, se possibile, a una discussione più ampia. (E.A.)] Continua la lettura di Ancora su dialetto e lingua. Due punti di vista