Gli amici ci chiamano i coniugi AA, dalle nostre iniziali. Abbiamo una figlia, Cristina, iscritta a Lingue e che adesso si trova a New York per un corso di perfezionamento.
Quanto a me, ho fatto il panificatore per dare una mano a mio padre sia prima che dopo la mia Laurea in Scienze Economiche, non riuscendo a trovare, con quel titolo, subito una occupazione che mi potesse dare una certa autonomia finanziaria.
La storia del cammino dell’umanità ( non solo nel nostro paese ) è ricca di esempi di disastri ecologici. Da Seveso a Casalmonferrato, da Cernobil a Fukuyama, per citare quelli più noti, ogni tanto il mondo si è imbattuto in qualche strage dovuta al prezzo da pagare al progresso, ma il disastro di Taranto ed in particolare al quartiere Tamburi vicinissimo a quella che un tempo di chiamava Italsider e successivamente Ilva, è qualcosa che si avvicina moltissimo allo sterminio di massa della popolazione condotto in modo silenzioso e che si è perpetrato negli anni.
Ogni tanto i giornali ne riparlano. In questi giorni sta succedendo. Pare che finalmente i cosi detti “ saggi “ ( i commissari addetti al salvataggio dell’azienda in questione ) abbiamo valutato le varie offerte pervenute e deciso di assegnare la fabbrica, commissariata dal 2013 , alla cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia per l’ammontare di 1,800 miliardi. Continua la lettura di Su “L’adatto vocabolario di ogni specie” di Alessandro Silva→
Con un abile haiku l’autrice lancia una provocazione rivolta anche a se stessa, e che io ho inteso anche rivolta a tutti noi che in un modo o nell’altro andiamo conversando – non sempre in modo equilibrato – attorno a questo argomento : l’arte.
Essa scrive:
Se invece l’arte fosse l’oppio dell’occhio che non sopporta ?
ed è come se questa breve sequela di tre versi anziché figurare oltre la metà di questo volume, cioè dopo le numerose riflessioni politico-letterarie fatte, fungesse da “ prefazio “ a quasi un centinaio di poesie che si caratterizzano per il loro impietoso giudizio nei confronti dei tanti aspetti che assume il lavoro precario in questo nostro tempo. Continua la lettura di Su “Gli obbedienti” di Francesca Del Moro*→
Uscito dall’ufficio ho preso la macchina e mi sono avviato verso la montagna senza salutare nessuno. Al lavoro è stata una giornata davvero faticosa, per fortuna la musica di Bjork può togliere il torpore della sonnolenza che ha lasciato lo spaghetto all’amatriciana mangiato a pranzo. Tra i colleghi del nostro tavolo sono stato l’unico a prendere questa bomba calorica. Di solito l’amatriciana a pranzo la digerisco bene, sarà che ho mangiato in fretta perché due compagne di lavoro si sono messe a discutere piuttosto animatamente sull’importanza dei figli nel rapporto di coppia. Quella che sedeva al mio fianco ha due figli ed è sposata, mentre l’altra, che avevo di fronte, non ha figli e convive ormai da molto Continua la lettura di quando le patatine fritte crescono sugli alberi→