È un quadro strano, forte. Vorrei dire ambizioso. Vi campeggiano solo simboli che hanno una tale pregnanza da racchiudere entrambe le esistenze nella loro individualità e nella loro contrapposizione. È un giudizio lucido, distaccato, sull’esistenza conclusa del padre e insieme uno sguardo preveggente sul futuro del figlio. Continua la lettura di Quadro in ricordo del padre→
Georg Būchner (1813-1837), autore di un’unica opera pubblicata in vita e di alcuni manoscritti le cui vicende editoriali sembrano essere solo recentemente concluse, è, assieme a Heine, il più illustre rappresentante del Vormärz. Il termine “Vormärz” (letteralmente “prima di marzo”, cioè delle insurrezioni del marzo 1848 seguite alla rivoluzione parigina del febbraio dello stesso anno), riferibile al periodo 1815-1848[1],pone l’accento non sull’avvenuta restaurazione dell’ancien régime, ma sulle frustrazioni che ne conseguono e che sfoceranno nei tentativi di rivoluzione del ’48. Continua la lettura di Rivoluzione, interiorità, natura→
Intervista di Ezio Partesana a Tiziano Marasco sopra il romanzo di Vladislav Vančura Campi di grano e campi di battaglia
Pubblico questa bella intervista che rafforza l’attenzione verso un autore importante e dimenticato sul cui nome, grazie ad Antonio Sagredo, anche Poliscritture ha cominciato (qui) a togliere la polvere. [E. A.]
Protagonista di questo romanzo di Jean Aquaviva (Lorenzo Galbiati) è un critico d’arte, Daniel Sinclair, che dal quartiere milanese di Brera, dove vive, si muove per l’Europa (Danimarca, Francia) per approfondire i suoi studi su Van Gogh e Toulouse-Lautrec. I quadri dei due artisti lo accompagneranno come numi benevoli in una sorta di processo catartico di formazione, da cui uscirà “ad occhi aperti” più maturo e consapevole. Il primo capitolo, “Tycho Brahe o l’empatia”, presenta un ironico e ben poco platonico dialogo sui massimi sistemi tra il protagonista e la sua amante, alla ricerca di un improbabile equilibrio tra intelletto e corporeità. [E. A.]
Replico ai commenti lasciati da Cristiana Fischer sotto i post che ho dedicato a «Comunismo di F. Fortini» (qui, qui e qui). [E. A.]
1.
No, non credo si tratti di pignoleria ma semplicemente di anticomunismo quasi viscerale (che è per me il peggiore). I tuoi commenti svelano, infatti, molto del tuo atteggiamento verso Fortini, un autore che conosci poco, e il suo marxismo. Rigettano, infatti, in un sol colpo il concetto e la parola ‘comunismo’ e l’interpretazione che ne dà Fortini nell’articolo in questione. E hanno un intento preciso: sbarazzarsi dei problemi che quell’idea e quella storia (novecentesca) potrebbero ancora riportare a galla. Continua la lettura di Appunti politici (10): Su “Comunismo di F. Fortini”. Una polemica con Cristiana Fischer→
Pubblico l’appassionata e approfondita relazione sulla poesia di Eugenio Grandinetti, amico e spesso ospite del sito di Poliscritture, che Luciano Aguzzi ha preparato (e solo in parte riferito) per la la serata in suo onore (23 settembre 2015) coordinata da Giuseppe Deiana al Centro Puecher di Milano.[E.A.]
Parlare di un poeta vivente, in sua presenza, da amico e fra amici, potrebbe porre qualche problema imbarazzante. Imbarazzante per l’oratore che non volesse limitarsi a un omaggio all’amico e al poeta, a una esposizione estrinseca e a una valutazione in cui cogliere solo gli aspetti più superficiali e positivi. Che vorrebbe invece cogliere l’occasione per una lettura della poesia più approfondita, nei suoi contenuti anche intimi, perché sempre la poesia ci parla dell’autore, dei suoi pensieri più palesi ma anche dei più riposti e ne mette a nudo l’animo e le sue segrete stanze. Che ne vorrebbe inoltre esaminare anche la qualità letteraria, sia nei suoi momenti più alti, più riusciti, ma anche in quelli più deboli, e cercare di capire, di entrambi, le linee di composizione, le coerenze, i perché. Continua la lettura di EUGENIO GRANDINETTI 40 ANNI DI POESIA→
Parrà forse irrituale ma ci sono buone ragioni per cominciare la presentazione di «Keffiyeh», cioè dell’ultima raccolta di «scritti e poesie dissidenti» curata da Mario Rigli e Gianmario Lucini», partendo da alcuni dati generali sulla distribuzione della ricchezza nel mondo negli ultimi decenni e sulle spese statali per le armi. I primi li ho desunti da un’intervista a Saskia Sassen, sociologa ed economista statunitense. I secondi da un articolo di Manlio Dinucci su “il manifesto”. Continua la lettura di “Keffiyeh”. Presentazione a Piateda (10 aprile 2015)→