di Paolo Ottaviani
…pensando a Franco Scataglini e
a “Codicilli – 1. –” di Giovanni Raboni
Nella terra così come l’aprì
il piccone e la pala, nella terra
perseverante e non lieve così
come alcuni vaneggiano, ma terra
dura e paziente che sa trasformare
lentamente le ossa in altra terra
o polvere, non cenere, e che un vento
improvviso la alzi sopra il mare
della luce oltre ogni sfinimento
di ogni immaginazione, per giocare
nel tempo non più nostro
che laggiù ancora ci ama
e che il cielo s’inchini su quel nostro
polveroso trastullo con la brama
calma di un diogemma
venuto dall’Oriente con la flemma
studiata di chi ha vinto
la morte, variopinto
mutare delle cose, come le ossa
rifiorite che spianano la fossa.