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Eleanor Rigby

stocchi 2014

Ripubblico un testo di Giulio Stocchi già comparso su Poliscritture il 7 luglio 2014 per ricordarlo nel giorno del suo funerale, che avverrà stamattina 11 aprile alle ore 10.00 nella sala Multifunzioni nel Cimitero di Milano Lambrate. [E. A.]


[Riprendiamo dal sito di Giulio Stocchi (qui) questa rêverie della sua giovinezza  nella Milano degli anni Sessanta. In segno di affettuoso omaggio da parte di vari suoi amici. (E.A.)]

di Giulio Stocchi

Chiunque di noi in età matura si chini a riflettere sui propri inizi, è come se scrutasse nella sabbia della propria giovinezza le linee ancora confuse del volto che gli anni ci hanno guadagnato, i segni di ciò che ha fatto di noi quello che siamo. E’ come interpretare un antico oracolo che ci riguardava. Ma come ci insegna Edipo, non è necessario che l’oracolo sia immediatamente comprensibile a colui cui è rivolto, anzi!
L’essenziale è che l’oracolo si avveri. E questo, come dall’alto di un monte chi valuta il cammino percorso, può essere giudicato solo nella prospettiva del tempo, quando le carte che avevamo in mano sono state, bene o male, giocate. Continua la lettura di Eleanor Rigby

Sugli  «inediti 1986-2016» di Leopoldo Attolico

di Ennio Abate

Ho letto e riletto questi «Inediti 1986- 2016» (qui) con in mente il pensiero che coprono un trentennio di stagnazione e involuzione del Paese in cui viviamo. E li ho poi  riordinati lungo una linea che parte dai suoi temi più generali  per giungere a quelli più particolari o locali o intimi. Forzando, dunque, l’ordine  espositivo forse più casuale che l’autore in un primo momento gli ha dato. La mia potrebbe sembrare scelta arbitraria di un lettore tendenzioso. E non la voglio suggerire o imporre a nessuno. Eppure,  così facendo, a me pare di cogliere con più chiarezza che  Attolico, pur nella costanza del tratto lirico-ironico del suo complessivo lavoro poetico,  qui riveli un’oscillazione significativa, perché non è solo sua ma di molti poeti oggi ancora operanti.  Anticipando la mia tesi, a me pare che in questi inediti Attolico si ritiri  nella difesa di un io intimo e della sua autenticità offesa. Lo fa  ironizzando (soprattutto  nei confronti di alcuni letterati di fama, a cui troppo ha guardato) e autoironizzando; ma in alcuni componimenti, che poi indicherò, si toglie il suo abito palazzeschiano  e  svela un  accenno di noi  epico-politico, fondamentalmente cristiano e anticlericale,  che me lo rende fraterno e più vicino ai discorsi sulla poesia esodante, che ho tentato negli ultimi anni. Continua la lettura di Sugli  «inediti 1986-2016» di Leopoldo Attolico