di Franco Nova
Il tramonto rosso acceso di un occidente protervo, il grigio teneramente disteso in un oriente disattento, suscitano sentimenti d’odio o puro piegarsi all’abulia. Voglia d’afferrare l’ignoto e desiderio di nulla sapere; sempre in contrasto fra loro, l’uno non eliminerà l’altro. La tragedia irrompe da un lato, dall’altro si spegne nel noioso ripetersi d’una piatta quiete. L’Umanità procede comunque senza nulla capire di dove va, s’immagina un futuro sublime e si perde nella ripetizione d’usuali azioni che crede diverse. Finirà con sua somma inutilità e l’Universo non ne avrà sentore. Né una perdita né un guadagno, si spegnerà una sola lampadina fra miliardi che ancora brillano, uomini presuntuosi e sciocchi soltanto fili della lampadina. Mai muteremo l’Universo per noi solo cielo stellato che ignora la nostra vanagloria. Diamoci pure un nido migliore, ma abbiamo pure il pensiero; creiamoci un altro mondo, in cui vivremo sempre dopo la fine dell’Universo. Smettiamo di voler cambiare quello in cui alloggiamo; la nostra fortuna è pensare d’essere destinati all’eternità d’un mondo senza materia, accolti da deità da noi create.