di Donato Salzarulo
Non si placa l’emorragia di gennaio Chissà il cervello, mi dico, apprensivo, chissà se prima o poi un grumo di sangue non esploderà sul più bello fra i neuroni e mi lascerà silenzioso a vegetare, per me che parlare parlare è la torta del cuore. A mia madre certe volte il sangue affiorava spontaneo sui denti. I capillari scoppiavano spesso. Aveva lividi sulle braccia, sul collo, sulle gambe. Seguiva una terapia anticoagulante. Temeva urti, tagli, impatti violenti. L’esistenza emorragica. Portava sempre con sé fazzoletti di carta. Il cuore esplose all’alba del diciannove aprile del Novantanove. Le lasciò un rivolo di sangue all’angolo sinistro delle labbra e la trasferì altrove.