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Rapsodia Liquida (in tempo di Guerra)

dell'aquila ponte

di Salvatore Dell’Aquila

A Roma, tuttavia

Io sono lungo un fiume
io sono un fiume limpido e limaccioso
l’angusto mio me stesso da cui vorrei fuggire
maneggiando solo focali estreme
veleggio sui fondali che la mia vita intera
hanno osservato giustificato accolto
fino all’ammainare in questa sera Continua la lettura di Rapsodia Liquida (in tempo di Guerra)

I giganti e gli uomini

Marc-CHAGALL 1

di Arnaldo Éderle

a Gianmario Lucini

 

Dobbiamo forse aspettare
a leccarci le carni
quasi a brandelli? A cent’anni
o a duecento?
Ma vieni ora, fresca e odorosa a darmi
le tue braccia e le tue ottime
gambe, vieni!
Così tuonava sulla bella Ginevra
il gigante sdraiato nelle piume,
nudo e possente.
La bella Ginevra stava in piedi davanti
al letto finché il gigante si rotolava
e grugniva istigato dalla sua grande
bellezza rosa. Mentre si accomodava
i seni con le mani sottili e le dita,
lei stava attenta a non grattarsi
i capezzoli dorati sporgenti e duri
come pietra.
Il gigante allungava le braccia e la chiamava
con la sua voce spaventosa piena
di desiderio. Continua la lettura di I giganti e gli uomini

Lo scorrere della sabbia

clessidra

di Eugenio Grandinetti

 

Queste poesie  di Grandinetti raccolte sotto il titolo “Lo scorrere della sabbia” rappresentano metà della terza sezione de “I nodi”. Lo scorrere va riferito alla clessidra a sabbia (o clepsamia). In essa il passaggio della sabbia dal bulbo superiore all’inferiore attraverso lo stretto collo, può essere ostacolato dal formarsi di piccoli grumi (nodi). [E.A.]

Cabotaggio

Avvistare scogliere, andare cauti
scostandosi dalla costa per timore
di sbattere alle rocce e naufragare. Continua la lettura di Lo scorrere della sabbia

Poesie

Cattedrale_di_Barletta_vista_dal_castello_2

di Paolo Polvani

Cattedrali impelagate

A certe cattedrali il mare sconfina tra le gambe,
ne sommerge la bocca, le assedia fin dentro il respiro
e loro masticano piano l’azzurro quieto:
le angosce vi si sciolgono, vi affondano le inquietudini.

Certe cattedrali ce l’hanno appeso al collo
l’azzurro del mare, si cuciono sul cuore
le architetture liquide delle meduse, il perimetro
dei calamari, lo sguardo immobile dei pesci.

Risplendono della gloria eterna delle bifore,
dello squinternarsi delle campane, dei campanili
che si sollevano sulle punte per specchiarsi nell’acqua. Continua la lettura di Poesie