di Ennio Abate
Sono appunti di lavoro. In alcuni passi forse un po’ criptici, ma documentano la fatica di una scrittura (della mia scrittura). [E. A.]
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Un sindaco socialista
APPUNTI PER UN RITRATTO POLITICO DI FRANCESCO GIALLOMBARDO
Salutano i miei immigrati contenti degli stracci più colorati che dopo anni di cottimo hanno indossato (E.A.,Samizdat Colognom, Ed.CELES, gennaio 1983)
di Ennio Abate
Non dovrei essere io a scrivere questo profilo politico di Francesco Giallombardo, sindaco socialista di Cologno dal 1980 al 1985, da tempo isolato, dimenticato e scomparso il 30 dicembre (2021) scorso. Lo avrebbero dovuto scrivere i suoi amici di partito o i suoi avversari politici o l’attuale sindaco, Angelo Rocchi. Ma parlare di Giallombardo significherebbe tirare in ballo la questione della sinistra a Cologno Monzese e del suo ruolo controverso nella storia di questa città: un argomento scomodo se non scottante. E, perciò, quasi tutti si sono limitati a reticenti e sbrigativi RIP. Continua la lettura di Un sindaco socialista
Un «filo» tra Milano e Cologno Monzese
Disegni di Tabea Nineo 1978
Franco Fortini e gli “intellettuali periferici”
di Ennio Abate
non brilla e che fu
tuo, mio.
Franco Fortini, Poesie inedite
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Boris Pasternàk, Otto poesie
dal romanzo “Il dottor Živàgo” e da precedenti rivisitazioni TRADUZIONI LIBERE E “LIBERATE” DI ANTONIO SAGREDO (da 2 dicembre 2020 a 9 gennaio 2021)
di Antonio Sagredo
Delle 25 poesie che Mario Socrate tradusse per pubblicarle nel novembre del 1957 in prima edizione mondiale dall’editore Feltrinelli, scrive che sono “Poesie di Jurij Živago”; mentre A. M. Ripellino, che ne tradusse 8, scrive: “Dal romanzo Il dottor Živàgo” (1959), marcando una distinzione tra il personaggio e l’autore. Di queste 25 ne scelsi 17, quasi 40 anni fa, che tradussi e che dopo alcune rivisitazioni abbandonai perché distratto e pressato da altri studi e impegni della quotidianità.
Riordinadiario. Su Rossanda
di Ennio Abate
Ho letto poche ore fa la notizia: “È morta, la notte scorsa, Rossana Rossanda. Giornalista, scrittrice, cofondatrice de Il Manifesto, ha attraversato da protagonista la vita della sinistra e dell’intero paese da Dopoguerra in poi. Aveva 96 anni”. (Gli Stati generali su Facebook). Nei prossimi giorni leggerò altri ricordi e giudizi su di lei e li mediterò. Per me resta l’amica/sorella antagonista di Fortini e considero gli scritti di entrambi indispensabili per indagare l’enigma tragico del comunismo. Qui sotto alcuni appunti del mio diario in cui ricorre il suo nome.[E. A.]
Su Gianmario Lucini, CFR e Poliscritture
di Ennio Abate
1.
Quattro anni dalla morte di Gianmario Lucini, poeta, fondatore della casa editrice CFR e per tre numeri (dal 9 all’11) editore, collaboratore ed impaginatore di Poliscritture (in cartaceo). L’8 novembre scorso, grazie alla sua vedova, Marina Marchiori, e a Cristina Pianta, ho avuto modo di riflettere nuovamente sulla sua figura «poliedrica, contraddittoria, caparbiamente volta agli altri ed al futuro» (così ne scrissi nel 2004). E pure sul *noi* di CFR e di Poliscritture. Occasione: la presentazione presso la Biblioteca Sicilia a Milano de «L’impoetico mafioso», un’antologia di poesie su questo tema “civile”, nata dai suoi legami con il Sud e dalla spola in auto (sulla “mitica rossa”, come la chiamavano i suoi amici) che Gianmario, instancabile, tra la montana Piateda e l’assolata Gioiosa Jonica. Continua la lettura di Su Gianmario Lucini, CFR e Poliscritture
Vicofaro un mese dopo
di Marisa Salabelle
Le lotte che nascono dal basso e isolate possono sempre essere soffocate o morire tra l’indifferenza delle maggioranze silenziose. Questa del CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) di Vicofaro, di cui Marisa Salabelle sta facendo con tenacia la puntuale cronaca, oggi respira male. E noi pure – almeno quelli che non accettano le politiche di respingimento o di sfruttamento dei migranti – siamo in affanno. Si ripropone, perciò, il semplice ma sempre più arduo problema: che fare? Chi ha esperienze, anche minime, di militanza sa la fatica materiale e il coraggio necessari per affrontare nel concreto le situazioni quotidiane, soddisfare i bisogni dei corpi, curare i pensieri e i sentimenti di quanti lottano in prima persona. In questo caso don Biancalani, i migranti, i volontari che a Pistoia non cedono. Ma sa pure che oggi a fiaccare gli animi dei simpatizzanti della Causa dei migranti sono soprattutto i discorsi che stanno prevalendo sul piano politico e culturale a causa della piega repressiva impressa al governo soprattutto dal ministro Salvini. Dobbiamo impedire che crescano le complicità o le neutralità dei “non sono razzista ma…”. E, abbiamo bisogno più che mai di “provocatori” – preti e non – che, contro chi urla: “Prima gli italiani” o tentenna e rispolvera idee di nazione e di sovranità nazionale, tornino a dire: “Prima gli umani”, “ Prima chi sta in basso”, “Prima i proletari”. È una questione di civiltà, come ha ricordato Romano Luperini di recente (qui). Vorrei che su Poliscritture si moltiplicassero i contributi che critichino i pregiudizi razzisti, religiosi, ideologici. Sarebbe un modo per aiutare la lotta in corso a Vicofaro . [E. A.] Continua la lettura di Vicofaro un mese dopo
Costruire il Tempo
di Piero Del Giudice
Questo scritto di Piero Del Giudice tocca temi (per es. le correnti migratorie) presenti anche nel documento “Per Poliscritture 2” da poco pubblicato (qui, qui e qui). Con taglio, riferimenti, sottolineature ed esigenze non sempre coincidenti ma non del tutto dissimili. Spero e sollecito un serrato confronto. [E. A.]
Il presente e il progetto
È un periodo questo di tali possibilità di risorse disponibili e futuri immaginabili che – nonostante l’assetto sterile, renditiero, preindustriale della distribuzione della ricchezza e del potere (l’oligarchia delle 100 famiglie che detengono la metà dei beni globali) – ci sentiamo parte di una società in rapido sviluppo, in dinamico collegamento, ci sentiamo cioè trasportati e anche protagonisti di un analogo destino collettivo. Continua la lettura di Costruire il Tempo
Il gatto e il vescovo
di Giorgio Mannacio
1.
C’era una discussione continua tra mio padre e mio cugino Tommaso ( non conoscevamo all’epoca lo snobismo di Tomaso con una m sola). In verità si trattava di un parente lontano come sarebbe più corretto definire il rapporto, usando una precisa indeterminatezza. Ma la nostra terminologia genealogica non seguiva i criteri notarili del Codice civile. Bastava un matrimonio remoto o eventi simili, a volte anche soltanto la comunanza del cognome unita ad una simpatia o stima reciproche, e si entrava nella famiglia. Continua la lettura di Il gatto e il vescovo
Volto ambiguo di Calibano
di Giulio Toffoli
Viene in questo periodo riproposto il volume di Silvia Federici: Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria, edizione riveduta e aggiornata di Il grande Calibano – classico del femminismo marxista che la Federici scrisse con Leopoldina Fortunati negli anni Ottanta (Autonomedia 2014, ora Mimesis, pp. 234, euro 30,00). Le presentazioni critiche sono entusiaste. Ci si permetta di esprimere qualche dubbio prima di tutto metodologico e poi di merito. Continua la lettura di Volto ambiguo di Calibano