di Alberto Mari
Piccoli marciatori (A Luigi Pasotelli)
Sciabolate accostando
a guance a vele
la dimensione si lancia
orizzonte accorciato
il vetro neutrale
libera il respiro Continua la lettura di Da “Il tempo dei desideri”
di Alberto Mari
Piccoli marciatori (A Luigi Pasotelli)
Sciabolate accostando
a guance a vele
la dimensione si lancia
orizzonte accorciato
il vetro neutrale
libera il respiro Continua la lettura di Da “Il tempo dei desideri”
di Arnaldo Éderle
Bellissimo profondo
cielo.
Di lì guardavo l’infinito
pieno di nulla, pieno di
tutto.
E il mondo
era tutto qui giù con me.
E il collo di una
bottiglietta sul mio tavolino
puntava verso l’alto
per succhiarselo tutto
nella sua piccola pancia. Continua la lettura di Bellissimo profondissimo cielo
di Franci La Media
Né io né nessuno sa niente dello sfondo in cui colloco queste poesie. Congiungere il pieno della vita col vuoto della morte (qualcuno dice invece: scambiare l’apparenza del pieno con la sostanza del vuoto) non è niente di individuabile, sono incursioni in ciò che non esiste. E’ un discorso sterminato, e un giardino chiuso. Dal bordo slabbrato dell’esistenza sporgersi in niente che la sostiene.
Ennio Abate mi ha gentilmente fatto sapere che per alcuni queste poesie sono risultate di difficile lettura, forse persino intenzionale. Forse è soprattutto un discorso superfluo. Per renderlo più accettabile ho posto dei titoli ai testi, e scrivo questa breve introduzione a un discorso forse impossibile.
Siamo un riflesso nel vivo contrasto di una corrente tra senso e fine, portati come specchietti di luce cangiante, e ne conosciamo l’incanto. Parlare, stringi stringi, è lodare, e corpo e vita sono parole che la lingua ha raccolto e collocato in un discorso più ampio, che dice anche “dio” e “speranza”. Uso parole che tutti conoscono, senza interrompere i legami che le collegano da millenni.
E’ un discorso del precipizio, sul confine di quello che sempre svanisce, ed è un discorso che cerca un modo per fermare ciò che sfugge e si trasforma. Per fissare il movimento nel suo più piccolo articolarsi, un quasi nulla, la sostanza del passaggio, e il suo definitivo ri-comparire. Dentro questo naturale confine la lingua ricama veri fantasmi.[FLM] Continua la lettura di Allegria
di Lucio Mayoor Tosi
Così come stavo
con quel che avevo in mano
sono uscito a guardare la pioggia
mentre cadeva in un cerchio Continua la lettura di Sirtaki (danza di Zorba)
di Alessandro Salvi
E’ un universo pieno di ombra e solitudine quello in cui Alessandro Salvi si aggira. La sua parola giunge come da un isolamento doloroso e comunica sofferenza e insofferenza. A volte urla, talora sussurra. Rari lampi di tenue chiarore di tanto in tanto interrompono il grigio.Con forza trattenuta i suoi versi sembrano voler chiedere un soccorso, senza troppa speranza, alla natura e agli uomini e, insieme, dare a tutti l’allerta per la sciagura incombente.[S.Dell’A.]
di Ubaldo de Robertis con una nota di Ennio Abate
(A Max Frisch)
Mare e cielo adunati in un unico sguardo,
visione maestosa, sublime. Ritta sullo scoglio
una minuscola figura, si toglie il cappello
alzandolo il più possibile per sventolarlo.
E non ci sono vele all’orizzonte, angoli ristretti, relitti,
solo stupore, a Palavas, con cui riempirsi gli occhi,
ebbrezza che in un uomo ordinario sparisce.
Non in Courbet. Fierezza, monumentalità,
unisce a quella solitudine, della sua luce
penetra il mondo che si schiude al modo di uno scrigno
e ha bisogno della luce del mondo per esistere. Continua la lettura di Tre poesie
di Paolo Ottaviani
LA STANZA È ANCORA NUDA
Dentro il cassetto del mio comodino
c’è una foto di quando ero ragazzo,
un foglio di quaderno, un temperino… Continua la lettura di Due comete
di Luciano Nota
DA “ SOPRA LA TERRA NERA”
GIARDINI
Ho muri da spianare
E fiori tanti fiori da piantare. Continua la lettura di Da “Sopra la terra nera” e “Tra cielo e volto”
di Pietro Peli
Tanta la smania di essere uguale:
fra ponti seccare l’acqua
pare risolvere il pericolo
di essere allagati, Continua la lettura di Quattro poesie tra amore e lotta