di Eugenio Grandinetti
Eugenio Grandinetti ha pubblicato, raccolte in quattro sezioni (Equilibri di penombre, Zooteca, Storie, Et cetera), un altro libro di sue poesie. Ne propongo qui, facendo una scelta del tutto personale, alcune che meglio dicono alcuni tratti tipici della sua ricerca: uno sguardo minuzioso ma interiormente partecipe sugli animali, esseri in preda a sentimenti (fossero di paura, come nell’immagine della lucertola, o di aggressività feroce, come in quella del falco) che indirettamente sono stati o sono anche suoi; una tendenza ad immobilizzare in una “statica interiore” non solo il movimento delle cose (si veda «Mulinelli»), ma della memoria («Degli altri è bene /si perda ogni memoria, che non resti/ cattiva maestra al mondo della storia /di cui fummo pure parte») e, dunque, della storia dimostratasi inesorabilmente insensata e senza più scopo («Gli eventi/ che potevano esserci non furono»; « storia/ continua, senza capitoli e senza epilogo») ; una a-modernità baudelairiana ma più secca e quasi scorbutica della sua visione della città metropolitana, ridotta a «muro davanti ad altri muri», a vita monotona, a «un ripetersi», a «ingranaggio», nel quale il singolo – guardato o non guardato dagli altri – resta bloccato in una irrimediabile incomunicabilità; un esistenzialismo che ora, di fronte alla sua e all’altrui vecchiaia (si veda in particolare «Senescenza», «Un vecchio» ma anche «La mela marcia»), si è fatto spietato e nulla abbellisce. E tuttavia questi versi – pacati, disincantati, dal tono mai muscolare ma sempre basso e riflessivo, che parrebbero monotoni ma sono dolcissimi – «sono tarli che scavano, che lasciano / vuoti profondi». Perché alludono ad una assenza incolmabile. Come nella bellissima evocazione delle figure del nonno e del padre ne «L’asino di Pietrantonio», tanto più imponenti e leggendarie, malgrado le minime «orme» ( o ombre?) che hanno potuto lasciare sulla terra e nel suo animo. [E. A.] Continua la lettura di 25 poesie da “Disamorarsi d’essere”
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Appunti eretici sulla democrazia e il popolo
di Giorgio Mannacio
1.
Inizio con una giustificazione del titolo, che vuol essere un po’ dissacrante. L’eresia riguarda i concetti di popolo e democrazia più che mai inflazionati in questa triste stagione politica dell’Italia.
Sono convinto che rispetto a tali due termini occorra una certa chiarezza. Ciò eviterà – forse – di cadere preda di facili illusioni. Continua la lettura di Appunti eretici sulla democrazia e il popolo
Varie
Riordinadiario (1980 – 2010)
di Ennio Abate
1980
Taccuino di un militante. (Leggendo).
Sono passato dalla lettura de L’idiota della famiglia di Sartre a questi saggi di Tronti Soggetti crisi potere (Cappelli editore, 1980). Anche se ora sono fuori da ogni partito politico, continuo ad insistere in studi che con politica hanno a che fare. So che c’è uno squilibrio nelle mie ricerche, perché mi muovo tra saggi Continua la lettura di Varie
Da “La gente per bene”
di Francesco Dezio
Camminiamo io e me stesso su un tapis roulant e la citta finta ci scorre davanti, l’attraversiamo rimanendo sempre nello stesso punto. Cambia lo scenario, che continua a svolgersi davanti a noi mentre, con una costanza stoica, allunghiamo le nostre gambe sul nastro di gomma. Passeggiamo e riflettiamo, artificialmente scontornati in questo surrogato di realtà. Veniamo attraversati da caseggiati, rotonde, dalla stazione, dal corso, Continua la lettura di Da “La gente per bene”
Per «POLISCRITTURE 2». Terza parte
Sommario.
La lezione di Franco Fortini: lascito e sua rielaborazione non scolastica. Le scritture della città e lo scontro mobile e ubiquo tra città e anticittà, tra partecipazione e omologazione, tra centro e periferia. Pluralità e differenza delle scritture ma anche della critica e dialettica (dialogo ma anche polemica) tra “molti” e “uno”. La poesia, l’ipotesi di una «poesia esodante», l’attenzione ai filoni ecologici e non antropocentrici in poesia e l’intervento critico sulle discutibili forme della vasta ma ambivalente produzione poetica e parapoetica contemporanea. Il femminismo, la sua critica a una idea di umanità universale, in realtà maschile, la critica alla separatezza tra sfera personale e pubblica, ‘ambito politico e vita privata e al condizionamento del mercato e del denaro sulle identità sessuali. Attualità e pericolosità delle guerre, dell’accumulo di potenziale distruttivo negli arsenali nucleari e banalizzazione della violenza e della guerra nell’informazione-spettacolo. Continua la lettura di Per «POLISCRITTURE 2». Terza parte
Dal sud dell’anima
di Eugenio Grandinetti
Di questa recente raccolta di altre poesie di Eugenio Grandinetti, uscita nel novembre 2016 presso Youcanprint Self-Publishingt, presento una piccola scelta fatta a caso, come sfogliando il libro prima di entrarci dentro. La breve premessa e i titoli delle sezioni (Similitudini, Antiche e nuove moralità, inquietudini) danno il senso del libretto: una interrogazione tenace che sa di non trovare alcuna meta ma insiste e tiene alta e ferma la voce della poesia di fronte al nulla. [E. A.]
Premessa
Da tutti i sud del mondo, dove regnano guerre, miseria ed ingiustizie, gli oppressi cercano di scappare, spinti dalla speranza di un futuro migliore: dovranno affrontare un viaggio povero di meraviglie e ricco di pericoli in cui dovranno patire fatiche, fame, violenze e spesso anche morte; li attende una meta spesso precaria dove troveranno a volte commiserazione ma più spesso diffidenza ed ostilità.
Da tutti i sud del mondo, siano essi luoghi geografici o luoghi della mente, partono su barche fragili desideri che a volte naufragano ma quando riescono ad approdare,si accorgono che la meta raggiunta è solo provvisoria e che da essa bisogna ripartire per non perdere la speranza di poter trovare alla fine la meta desiderata.
La Rivolta
Testi inediti per “Poliscritture”
di Guido Oldani
La rivolta
i social, come tanti tritacarne,
annullano i giornali in carta e inchiostro
e il parlottare dei televisori,
sfiancati buttafuori dei poteri.
e i computer, se una parola sola,
al cittadino pur così imbeccato,
dicessero ma vera sui denari,
allora il meteo si prodigherebbe:
rosso allarme, pericolo di spari. Continua la lettura di La Rivolta
2 prove e 3 carte
di Antonio Sagredo
Prova n.° 1
(ragnatele)
Non puoi andare oltre il sor/riso di una scrittura, il segno che ti dono è il diniego del tuo gesto. Non attendere che l’orrore quotidiano sia la tua natura: il tempo è malato e fuori del suo delirio - io resto. Continua la lettura di 2 prove e 3 carte
Mie città
di Rita Simonitto
Amai la tua città perché ti amavo
le gocciole dei sensi sfiniti già Continua la lettura di Mie città
IL POETA E LA SUA CITTÀ: Giuseppina Di Leo/Lisbona
Meno di 24 ore alla partenza:
ultimo giorno a Lisboa.
Una foto sul fiume autoripresa
con il tanfo di nafta e sporcizia,
ma anche questo fa parte del paesaggio. Continua la lettura di IL POETA E LA SUA CITTÀ: Giuseppina Di Leo/Lisbona