di Luca Chiarei
Segnalo con piacere questa iniziativa, che nasce nell’ambito della pratica artistica come attività di cura, non tanto per amicizia o simpatia per l’idea ma perché mi è sembrata una piccola testimonianza di percorribilità di strade diverse. In una realtà nella quale anche l’arte e la cultura si consumano come qualsiasi altro prodotto industriale, le risposte “alternative” tendono a chiudersi nell’individualismo, nella risposta stereotipata dell’io “ribelle”. Molto più raramente si tentano strade, soprattutto in una dimensione artistica, tese a ricostruire un senso di collettività, un noi che vada oltre la somma aritmetica degli io individuali. L’idea semplice di una coperta come spazio all’interno del quale, con forme e tecniche diverse, più voci accettano di darsi un perimetro comune è interessante, a prescindere dal risultato. Diamo la parola alle promotrici de “LeArtiPossibili” e alla presentazione della loro iniziativa….