di Annamaria Locatelli
Corvetto, fiume di asprezza e tenerezza... Anime si rincorrono nella corrente impetuosa e corpi pesanti sprofondano. Il “Corvetto odia”? Sagome da tiro al bersaglio sfilano mute, separate eppur unite da rabbie e da paure, per confluire sulla zattera del lungo Viale alberato, una precaria zona franca!.. Sulle ombreggiate panchine c’è chi chiede aiuto e, magari, lo respinge, chi agonizza, chi, viaggiatore, conclude la sua vita in gran saggezza, chi ride forte, sfidando la malasorte, chi spazza il “Viale-Casa comune” e chi discetta di pane e di terre lontane, di sfratti e di case vuote, di salute alla salute, di figli amari, di ricordi dolci... Di quale futuro? Intanto un virus novello, sfuggito all’umano, svolta l’angolo tra un platano e un ibisco... “Ci stai forse spiando?” esplode un coro esorcizzante dai sedili vocianti! Vi s’aggira persino un fantasma, -fuori, fuori dal coro!- trasformista dai mille volti e viscido ladro di vecchietti... E poi? Che fare? E’ una chiara sera estiva... prendere il volo sulle ali velocilente di una bicicletta sfrecciante verso verde periferia Ciao Corvetto, ciao...