a cura di Ennio Abate
Da tempo su FB sempre meno mi sento di entrare in polemica con persone che mi paiono intelligenti, preparate e affrontano le stesse questioni (globalizzazione, populismi, nazionalismi, imperialismo, neocolonialismo, guerra in Ucraina, oltrepassamento o riconferma della distinzione tra destra e sinistra, abbandono o ripensamento delle opere dei nostri “antenati”), sulle quali – da isolato – io pure continuo a riflettere. Perché le posizioni che si confrontano sono sempre più divaricate e inconciliabili. Eppure a volte mi chiedo. ma perché dargliela per vinta? perché tacere sulle differenze che – pur in una apparente ricerca comune – vengono fuori? E allora mi sento di intervenire e di ragionare in pubblico. Pur sapendo che lo scambio è diseguale e viziato in partenza dai rapporti (sfavorevoli) di potere tra me (un isolato) e loro (ben inseriti e appoggiati da solide istituzioni). E’ il caso di questa mezza discussione su Walter Benjamin con il filosofo Vincenzo Costa (qui). Pubblico l’istruttiva cronaca dello scambio. Che ripropone per me la domanda cruciale: criticare sì, ma in quali modi e per quale progetto. Continua la lettura di Criticare, non calpestare Walter Benjamin