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Appunti politici/riletture/passato prossimo/2010

a cura di E. A.

Violenza, democrazia, diritto internazionale di Danilo Zolo

1. Quale democrazia?

Prima di iniziare questo mio breve intervento sul rapporto fra uso della forza, regimi democratici e diritto internazionale desidero precisare che vorrei fare riferimento a una nozione di democrazia un po’ rigorosa, che non si riduca ad una formula retorica o addirittura, come accade spesso nella comunicazione politica occidentale, platealmente propagandistica. Proporrei di lasciare da parte i modelli ‘classici’ di democrazia – quello partecipativo e quello rappresentativo -, perché troppo esigenti e ormai non realizzabili entro società differenziate e complesse. Potremmo attestarci, in via stipulativa, su una nozione post-classica di democrazia (schumpeteriana, pluralista, minimale), secondo cui un governo democratico è contraddistinto da un grado accettabile di responsiveness e di accountability. Un regime è democratico se le autorità politiche ‘rispondono’ alle aspettative dei cittadini rispettandone e promuovendone i diritti fondamentali, e se sono ‘responsabili’: se cioè devono rendere conto delle loro decisioni di fronte ad un elettorato capace di valutazioni sufficientemente autonome e competenti.

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In morte di Danilo Zolo

Questi stralci selezionati da un saggio di Pietro Costa pubblicato su Jura Gentium  vogliono essere  un  omaggio a Danilo Zolo, uno studioso scomparso ieri. Non l’ho mai incontrato. Ricordo di aver letto qualche suo scritto sui vecchi Quaderni Piacentini. O, più recentemente, diversi suoi articoli critici ai tempi della Guerra del Golfo (1990-1991)  e una sua bella discussione con Antonio Negri al momento della pubblicazione di Impero (2003). Negli ultimi anni ho cercato di tener d’occhio  il lavoro suo e dei collaboratori della sua rivista on line, ma non sono riuscito a leggere i suoi libri più importanti. Il suo nome per resterà quasi certamente nella mia lista dei libri “da leggere”. Non credo, però,  di dovermi scusare con nessuno di questo. Sono come tanti in una condizione che non mi permette studi sistematici e approfonditi, ma  ciò non mi ha mai impedito di individuare nel bailamme del mass media e delle mode gli studiosi di rilievo e di leggere almeno vari loro testi più brevi.  Può un simpatizzante di Marx o delle “fisime comuniste” di Fortini e che ha appena pubblicato il ricordo partecipe di Giorgio Riolo sul marxista Samir Amin apprezzare Zolo? Senz’altro.  Il rigore di certi studiosi anche accademici va sempre riconosciuto  e  anche chi  si nutre di utopie, apparentemente  irrealizzabili, impara parecchio da un realista come Zolo. Ringrazio Toto Beat per l’immagine d’apertura  copiata dal suo profilo FB. [E. A.] Continua la lettura di In morte di Danilo Zolo