In margine a una polemica in corso
di Ennio Abate
” l’opinione sul “Dante di destra” non regge alla prova dei fatti, ma è il frutto di un’interpretazione fortemente orientata che rischia di far dimenticare il ruolo proprio di ogni grande opera artistica” ( da Alberto Casadei, Dante di destra, alla prova dei fatti, qui)
Mi interrogherei su cosa sia accaduto nella realtà politica e sociale italiana per permettere a una tale opinione di uscire oggi dalla bocca di un Ministro della Repubblica.
P.s.
Ancora nel 2014 discutevamo di Dante (forse con interventi troppo lunghi ma appassionati) così:
Su Dante “monumento” e Dante “poveraccio”. Risposta a Roberto Buffagni
Sulla grandezza di Dante (e di Mandel’štam)
Sulla grandezza di Dante
(e di Mandel’štam). Coda di discussione n.1: @ Buffagni
Sulla grandezza di Dante
(e di Mandel’štam). Coda di discussione n. 2: @ Banfi, Bugliani e Simonitto