di Davide Morelli
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Su “I turbamenti del giovane Törless”
di Davide Morelli
Omen nomen, nel nome un destino: Törless significa letteralmente “senza porta”, perciò da intendersi qui come chiuso, introverso. Prima di tutto una curiosità: alcuni traducono il titolo di questa opera “I turbamenti del giovane Torless” ed altri “I turbamenti dell’allievo Törless”. In questo romanzo di esordio di Musil, in parte autobiografico e pubblicato nel 1906, vengono descritte le esperienze di un allievo sedicenne, proveniente dalla buona borghesia, in un esclusivo collegio militare austro-ungarico. È un romanzo sia di formazione che psicologico. Descrive minuziosamente la crisi esistenziale del ragazzo. Continua la lettura di Su “I turbamenti del giovane Törless”
Canzonette
di Davide Morelli
La musica, dal punto di vista sociale, è un linguaggio universale, emoziona chiunque, può abbattere barriere invisibili tra le persone e può veicolare messaggi importanti. A livello individuale sono ormai accertati i benefici della Musicoterapia[1]. Io ascolto spesso su radio Vintage[2] e su YouTube[3] rock progressive italiano e cantautori italiani. Continua la lettura di Canzonette
Io e poesia di ricerca
di Davide Morelli
Diari, crisi e fallimento
di Davide Morelli
Vorrei prendere in rassegna alcuni diari di scrittori e fare una considerazione a largo raggio. Ho scelto dei diari perché per me sono al contempo sguardi di dentro, testimonianza e memento mori. Continua la lettura di Diari, crisi e fallimento
Moravia, la noia e il desiderio
Disoccupazione e precarizzazione
Due osservazioni sul mondo del lavoro
di Davide Morelli
Un intervento pacato e attento sui drammi sociali quotidiani seppelliti dalla chiacchiera dei social e della “politica”. [E. A.]
Due osservazioni sul Coronavirus
di Davide Morelli Continua la lettura di Due osservazioni sul Coronavirus
Sulla salvezza
di Davide Morelli
Vanno dosate le forze e soppesate le parole. Bisogna evitare di scadere nelle ovvietà e nelle semplificazioni. È lecito contraddirsi perché la realtà è essa stessa contraddittoria. Aveva ragione Walt Whitman: chi si contraddice vuol dire che contiene “moltitudini”. Inoltre è risaputo che chi si contraddice spesso diventa per questo motivo una persona coerente. Mai arroccarsi troppo sulle nostre posizioni. Bisogna andare oltre la sedimentazione del vissuto. Di tanto in tanto quel che resta di un giorno trascorso è una reminiscenza. Spesso non resta niente. Ci sono giorni comuni come fiori di campo e giorni speciali come le rose. Continua la lettura di Sulla salvezza
Disoccupazione
di Davide Morelli
Ho appena pubblicato uno stralcio di romanzo (“La gente per bene”) che ha per tema il problema della mancanza del lavoro o della sua precarizzazione; e arriva un altro racconto sullo stesso tema. Vedo pure che lo stesso tema è oggetto d’attenzione di uno studioso come Alessandro Visalli (qui e qui). Non esito perciò a pubblicare di seguito al testo di Francesco Dezio il racconto di Davide Morelli. Per dare risalto alla questione del lavoro e far notare, come segno dei tempi (bui), che soltanto allo strumento ambivalente (perché consolatorio e di testimonianza) della scrittura e della letteratura sono costretti a ricorrere quanti vivono sulla loro pelle un problema non personale ma sociale e politico, che in altri tempi riusciva a scuotere sindacati, partiti, intellettuali e opinione pubblica. Difficile è oggi passare dai cahiers de doléances privati o letterari all’organizzazione di un discorso pubblico non genericamente populistico ma di rivendicazione collettiva ragionata (cosa che non è – sia chiaro – la chiacchiera attuale sul reddito di cittadinanza). Il primo passo, comunque, è non chiudere gli occhi, ascoltare tutti i balbettii che salgono dai singoli umiliati ed offesi, riuscire ad immaginare anche il silenzio dei tanti che sono stati dimenticati non solo dai governanti ma anche da quanti un lavoro o una pensione ce l’hanno. [E. A.] Continua la lettura di Disoccupazione