di Ezio Partesana
All’amico filosofo
di Arnaldo Éderle
Questo, che ha per tema un’accorata meditazione sui “poveri figli della droga e di altri disumani/piaceri”, è l’ultimo poemetto inviatomi prima della sua morte dall’amico Éderle che dovevo pubblicare. Molti sono i testi che in questi anni, a partire dalla morte di Gianmario Lucini, egli ha voluto mandare a Poliscritture. Non so quanto condividesse la mia scelta di metterli nella rubrica ibrida di “Poesia/moltinpoesia”, come faccio del resto con tutti i poeti che chiedono ospitalità su questo sito. So soltanto che ora tocca ai lettori – quelli che s’imbatteranno per la prima volta nei suoi versi e quelli che vorranno rileggerli – riflettere su questo lascito poetico. Per intenderlo più a fondo, al di là delle contingenze e delle distrazioni che ci assillano, nelle sue luci e nelle sue ombre. [E. A.]
di Franci La Media
tavola degli elementi
Cos’è l’uguaglianza maledetta
che l’afferri di sguincio solo quando
la confermi in segni raccattati
nel mercato di nuova autorità. Continua la lettura di Poesie
di Giorgio Mannacio
La nostra Marcella Corsi, molto opportunamente, ci ricorda il problema della prescrizione, concentrandosi sulla prescrizione in materia penale. In effetti tale versante è quello che appare- oggi – di maggiore interesse sociale, economico e politico. Il mio intervento – che ha ad oggetto alcuni principi sulla prescrizione civile – tende a mettere in rilievo che la prescrizione civile è retta da principi ragionevoli ed “ onesti “,mentre la seconda – nella regolamentazione attuale – è retta da norme né ragionevoli né “ oneste “. Il raffronto deve indurre dunque a qualche riflessione e giudizio. Continua la lettura di Note sulla prescrizione penale
di Giulio Toffoli
Questo intervento assieme agli altri della rubrica «Dialogando con il Tonto» e a quello di Cremaschi, che l’hanno preceduto, continua, come i lettori di Poliscritture si saranno accorti, la riflessione su quel che accade nel sindacato. Il quale sta attraversando nel suo complesso una crisi di rappresentatività, figlia del generale arretramento delle politiche capaci di governare l’economia e dare centralità al lavoro. Tutti crediamo che una discussione sul suo ruolo sia indispensabile. Innanzitutto per evitare il progressivo azzeramento dei diritti e delle tutele dei lavoratori; e, se possibile, per invertire la rotta. Giulio Toffoli preferisce condurla mediante la satira, un genere corrosivo e irriverente che ha accompagnato la storia della letteratura dai classici ad oggi. Ci sentiamo di precisare che le opinioni del Tonto, come quelle di chi vorrà dialogare con lui – cosa già accaduta nella redazione – sono soltanto alcune delle tante possibili e non pretendono di essere la sintesi sulla questione sindacale dal punto di vista dell’intera redazione di Poliscritture. Che non è la sede per mediare le opinioni ma per discuterle – speriamo – in modi produttivi, anche quando esse appaiono distanti. [L. C.] Continua la lettura di Diritti del lavoro? Solo se universali …