di Ennio Abate
Ad Acerno conobbe pure – e poi si scrisse con lui una o due lettere – un simpatico giornalista che si faceva chiamare Rik. Aveva i capelli rossicci, i baffetti alla Clark Gable e lavorava a Roma nella redazione de Il Vittorioso. Un giornale per ragazzi ben scritto e ben disegnato da gente che stava dalla parte dei preti e della Democrazia Cristiana.
A Chiero i primi numeri – si era nel 1949 – glieli avevano venduti in parrocchia e s’era subito appassionato. Nannìne, sempre con la preoccupazione di risparmiare perché in casa solo Mìneche portava lo stipendio, cercò di frenare quelle piccole ma continue spese. Chiero leggeva, leggeva. Ora voleva farsi comprare un nuovo romanzo esposto nella vetrina della libreria delle suore Paoline – fosse Robin Hood o Ivanhoe. Ora insisteva per ottenere da Eggidie anche i soldini del suo salvadanaio per correre a comprare i primi libri con la copertina grigia della BUR che cominciavano ad uscire. Di fronte ai rimproveri di Nannìne, Chiero s’infuriò e strappò i giornali. Poi pianse e strillò finché chella povera femmene per consolarlo finì per fargli l’abbonamento a Il Vittorioso. Continua la lettura di Le contorsioni di Chiero (4)