di Donatella Fabbri
Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta, ch'ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Beatrice, detta Bea, sospira, leggendo per l’ennesima volta i meravigliosi versi dedicati da Dante a una donna che portava il suo stesso nome ma che, di sicuro, non era infelice come lei. Se non altro, perché a un grande poeta del suo tempo bastava guardarla da lontano per trovare l’ispirazione. Continua la lettura di Punti di vista