Archivi tag: Ennio Abate

Riordinadiario 1997 (4)

L’ex Circolo La Comune degli anni Settanta a Cologno Monzese

di Ennio Abate

Adriano Sofri etc. e il ’68 incarcerato. Mio scetticismo verso il “movimento” che alcuni giornalisti, rimediando qualche spicciolo di combattività in un passato di lotte ormai oscurato, stanno costruendo attorno  a Sofri e ad altri “carcerati volontari”. Mi paiono tutti personaggi che hanno accettato i meccanismi statuali. (Anche se Sofri ne è oggi  una “vittima eccellente”). L’obiettivo che inseguono è ormai un altro: che lo Stato si corregga, si mostri “ragionevole”. Non riesco ad applaudire. Da isolato, m’accorgo  meglio di quando ero militante che  sia Sofri che altri dirigenti dei nostri mini-gruppi già nel ’68, e come adesso, lottavano, sì, ma stando  in mezzo ai borghesi; e noi, invece,  in mezzo ai proletari e ai piccolo borghesi.  I due schieramenti borghesi (di Destra e di Sinistra) hanno ostacolato entrambi una nostra più piena partecipazione politica. Continua la lettura di Riordinadiario 1997 (4)

Riordinadiario 1997 (3)

di Ennio Abate

25 febbraio

 Quel compagno dei primi tempi di AO di cui C. diceva che era “uterodipendente”. Lo diceva con sprezzo. Da populista-stalinista che era. In una conversazione si vantò di essere cresciuto con la foto di Stalin e la lampadina votiva sul comodino da letto.  E io pensavo al comodino di mia madre con lampadina simile ma davanti all’immaginetta del Sacro cuore di Gesù. Continua la lettura di Riordinadiario 1997 (3)

Riordinadiario 1997 (2)

di Ennio Abate 

10 febbraio

Lavoro «..soltanto una minoranza della forza-lavoro del nostro paese (in sostanza i dipendenti pubblici e quelli delle grandi aziende private, circa 9 milioni di persone su oltre 20 tra occupati regolari e irregolari) beneficia effettivamente e direttamente della tutela piena offerta dal diritto del lavoro e in particolare della stabilità del posto di lavoro e della legislazione di sostegno alla presenza del sindacato nei luoghi di lavoro»  (Bronzini, il manifesto. 7.2.1997)  Continua la lettura di Riordinadiario 1997 (2)

Anni ’70: memorie non condivise degli sconfitti

a cura di Ennio Abate

Stamattina su FB sopra  questa foto del commissario Luigi Calabresi, ucciso il 17 maggio 1972  a Milano  vicino alla sua abitazione, mentre si avviava alla sua auto per andare in ufficio, ho letto la riflessione di Lanfranco Caminiti:

alzi la mano - chi, tra i militanti rivoluzionari della mia generazione, non abbia considerato un atto di giustizia l'assassinio del commissario calabresi, cinquant'anni fa. non è una chiamata in correità, la mia - un atto di onestà, direi. poi, possiamo dire, oggi, che quella fu "la madre di tutte le battaglie", che eravamo accecati di ideologia, che ci stavamo infilando con tutte le scarpe in un tunnel lungo e buio da cui non saremmo più usciti, che eravamo folli e sanguinari, che stavamo diventando o saremmo diventati uguali e peggiori dei nostri carnefici - sì, carnefici, se ricordiamo la strategia della tensione. e che, vivaddio, abbiamo perso. ma quel giorno - alzi la mano, chi non lo considerò un atto di giustizia

Continua la lettura di Anni ’70: memorie non condivise degli sconfitti

Vecchi e nuovi lettori di Fortini


Nei dintorni di F. F.

di Ennio Abate
Stasera ho partecipato alla presentazione alla Biblioteca Chiesa Rossa di Milano del documentario su Franco Fortini girato e diretto da
Lorenzo Pallini. Ho potuto salutare Maurizio Gusso e Paolo Massari e vari ex studenti di Fortini. Ma nel mentre seguivo le immagini, riascoltavo la voce solida di Fortini e quelle di un certo numero di studiosi intervistati che commentavano la sua opera o leggevano una sua poesia, non ho fatto che pensare con un certo scoramento, più che a Fortini, al mondo attorno a noi che è drammaticamente cambiato e anzi rinnova le sue guerre. E tornandomene a casa, riflettevo ancora sulle resistenze che ho incontrato – da decenni ormai e persino in Poliscritture – ogni volta che ho proposto una mia riflessione sul sapere di poeta e di comunista di Fortini. Una cerchia limitata di intellettuali fanno quello che lui chiamava *riuso*. Della sua figura. Di questa o quella sua opera. A volte è un *riuso* accademicamente serio ma circoscritto alle nicchie e alle carriere universitarie. Gli altri o lo ignorano occupandosi di altro. O continuano a detestarlo come quand’era in vita. O si sono azzittiti. O, confusi, si schierano chi con Biden e chi con Putin. Davvero, dunque, sono pochi oggi quelli che hanno l’esigenza di sapere di più di Fortini. E me lo dico per essere chiaro con me stesso. Perciò, vecchio, mi sento di continuare a fare quello che sto facendo: una lettura in solitaria, persino “intima” (e quasi interiore). Cerco di capire, chiuso un suo libro, un saggio, una poesia, un vecchio articolo di Fortini o su Fortini, quel che mi resta in mente del suo “comunismo speciale”. E tentare di cogliere il possibile accostamento di una citazione ad un evento d’oggi per farla reagire con esso. Irrimediabilmente vecchio lettore, dunque. E, tuttavia, mi auguro che la fatica generosa di Lorenzo Pallini per far conoscere la figura e l’opera di Fortini proiettando il suo documentario nelle scuole e nelle biblioteche di varie città abbia successo. Che nuovi lettori di Fortini crescano! E chissà che, per vie misteriose e da me impensabili, non diventino in futuro i compagni che oggi mancano.

Poliscritture 3. Un confronto

 di Giulio Toffoli e Ennio Abate

Rendiamo pubblica questa  riflessione di Giulio Toffoli e mia. Partita da una poesia, è diventata interrogazione preoccupata sulla fine  della storia da cui veniamo, sul mutamento sconvolgente e pieno di rischi che  l’umanità sta affrontando; e anche – in piccolo – sul senso stesso di continuare una rivista come Poliscritture oggi che ogni discorso di cooperazione critica  sembra divenuto impraticabile. Sui vari temi entrambi abbiamo dubbi  e giudizi diversi  o contrastanti.  E riconosciamo che è venuto meno   quel linguaggio comune, che  c’era o ci siamo illusi ci fosse fino a un recente passato. Tuttavia, pensiamo sia ancora utile confrontarci anche con altri e cercare dire al meglio, per quanto è possibile,  le nostre (scisse)  verità. [G. T. e E. A.] Continua la lettura di Poliscritture 3. Un confronto

Amici sì ma non così…

Da POLISCRITTURE 3 SU FACEBOOK

di Ennio Abate

UNO

Il 24 marzo 2022 avevo pubblicato questo AVVISO:
Pur crescendo la delusione per i modi in cui si sta dibattendo sulla guerra in Ucraina, continuerò a pubblicare anche prese di posizione che non condivido. non so se e come usciremo da questo buio che ci attanaglierà sempre più. Pesiamo almeno le nostre parole e coraggio.

Continua la lettura di Amici sì ma non così…

Appunti per il Riordinadiario del 3 aprile 2022

a cura di Ennio Abate

1. DALLA PAGINA FB DI CATERINA DAVINIO II/UCRAINA

Emanuele Andrea Spano : si vero ma bisognerebbe chiarire che, per esempio, Stepan Bandera in Ucraina è un eroe nazionale pur essendo stato un criminale di guerra efferato che ha ampiamente contribuito alla persecuzione ebrea in Ucraina con partecipazione dei cittadini, come ha fatto notare la Knesset a Zelnsky quando ha sovrapposto strumentalmente la sua guerra all’olocausto. A Stepan Bandera è dedicato addirittura un viale a Kiev. Il dato che stona è che noi siamo capaci di parlare per un mese di Durigon ma poi scordiamo che Zelensky ha premiato in parlamento Dmytro Kotsyubaylo, un esaltato neonazista con l’onorificenza di “Eroe dell’Ucraina”. cerimonia con tanto di foto. Tutto ciò non è un motivo per invadere uno stato sovrano, assolutamente criminale l’Invasione, Ma nemmeno è una ragione per non parlare di queste strane commistioni diffusamente, io non capisco cosa c’entrino i nazifascisti in uno stato democratico, evidentemente non lo è più di tanto. Gli Italiani dovrebbero sapere non solo che Putin è un invasore criminale, ma che l’Ucraina, per esempio, secondo l’ “Anti Defamation Ligue”, è il paese più antisemita d’Europa dopo la Polonia. IL Governo Zelensky rifiuta i ripetuti inviti ad entrare nell’ “Holocaust Remembrance Alliance” nonostante la propaganda sulle origini ebree del presidente Zelensky. E questo non lo dico io, lo sostiene il direttore generale del comitato ebraico ucraino Eduard Dolinsky. Magari chiediamo agli ospiti di chiarire anche questi punti perché è molto chiaro che sono stati invasi, però andiamo a scavare per bene nello scenario ucraino oltre la guerra non certo per evallare Putin ma per essere razionali e non isterici. Continua la lettura di Appunti per il Riordinadiario del 3 aprile 2022

Prof Samizdat (prova 5)

Narratorio. Versione  2020

di Ennio Abate

Poi –  altre amarezze! –  pensava al corpo docente. E allora ci pensava, ci pensava. Ma complessivamente, s’intende.  Come categoria. E pure al suo di corpo. Che anch’esso ormai era diventato di docente. E al corpo non docente, bidello o aiutante. Ma in maniera più sfocata per minore frequentazione quotidiana. E più di tutto al corpo docente femminile, dal quale – maggioranza in tutte le scuole – s’aspettava chissà quale educazione dei suoi grossolani e contorti fin dall’infanzia – gli avevano detto – sentimenti. Continua la lettura di Prof Samizdat (prova 5)

«Cosa farò da grande?»

 Riordinadiario 2009. Una riflessione sul lavoro culturale e politico “sott’acqua” di Attilio Mangano

di Ennio Abate

Oggi 10 aprile 2022 Facebook mi ha ricordato che sono passati ben 6 anni dalla morte di Attilio Mangano.  E io ho pensato ancor di più che la nostra storia  si è disfatta. Beh, almeno siamo stati amici e ci siamo detti delle verità. Poi  ho aperto  la cartella del mio carteggio con lui e,  per ricordarlo meno sbrigativamente, pubblico questo scritto che gli avevo dedicato per festeggiare ( a modo mio) il compimento dei suoi 64 anni. [ E. A.] Continua la lettura di «Cosa farò da grande?»