Cari lettori di POLISCRITTURE SITO,
negli ultimi mesi sono aumentate le proposte di poesie, saggi, articoli, ma tuttora a decidere sia le scelte dei testi da pubblicare, sia la successione in cui devono apparire quelli accettati, e sia la loro veste grafica (immagine d’accompagnamento, correzione dei refusi, cappelli introduttivi, ecc.) sono solo io. Facile per voi immaginare la mia soddisfazione. Più difficile pensare alla fatica, al tempo speso, ai dubbi e alla tensione che questo lavoro comporta. Non chiedo plausi, un po’ di pazienza però sì. E per evitare equivoci o malumori, rendo nota (vedi sotto) la lista degli articoli in attesa di pubblicazione. Continua la lettura di Avviso
Archivi tag: Ennio Abate
Che fare quando nulla pare sia possibile fare?
di Ennio Abate
In evidenza. Pima pubblicazione 28 feb. 2016
Lettera aperta a Giulio Toffoli ma non solo a lui
"O frati", dissi "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'è del rimanente, non vogliate negar l'esperienza…[di?]
Caro Giulio,
rispondo sinceramente e pubblicamente e non nell’ambito più “protetto” degli scambi tra redattori di Poliscritture al tuo ultimo commento (qui). Perché non giova nascondere le divergenze tra me e te, dato che non sono poi tanto diverse da quelle che esistono tra me e altri redattori o commentatori o collaboratori esterni a Poliscritture. Continua la lettura di Che fare quando nulla pare sia possibile fare?
Colognosità
Stralcio da “Narratorio”
di Ennio Abate
Le trattative
A parlare col prete. Poi dalle monache. Accettarono di farci stare coi ragazzini del Quartiere Stella nel giardino della loro scuola materna in Corso Roma. Così durante la mattinata potevano giocare e fare colazione. Poi ancora a trattare. Col sindaco C., il bassotto mingherlino Continua la lettura di Colognosità
Nei dintorni di FF (1- 5)
Pubblico i primi cinque post già apparsi nel Gruppo “Poliscritture FB”. [E. A.]
di Ennio Abate
1. Appunto del 23.10.1983
I nuovi intellettuali (“di massa” o “bassi”) negli anni Ottanta
F. Fortini, Il pianeta invisibile dei Fratelli amorevoli, Corriere della sera (21 o 22 0ttobre 1983)
Leggendo questo articolo di Fortini provai a enumerare i dettagli dell’identikit che un intellettuale “tradizionale” o “universale” aveva fatto dei suoi “nipotini”:
1) sono una parte dei sopravvissuti ai movimenti del 1968 e del 1977;
2) politicizzati;
3) imbarazzati o astiosi verso i vecchi intellettuali-guida (universali, maitres à penser),
4) in rapporto professionale con i luoghi dell’informazione e del sapere (oggi li definiscono “lavoratori della conoscenza”);
5) rivolgono i loro discorsi soprattutto ad altri intellettuali addetti alla «riproduzione culturale» (scuola soprattutto);
6) non vogliono più “inquadrare” o “rappresentare”;
7) non hanno fra loro legami da “compagni”;
8) sono scontrosi ma non “villani” come i giovani della “contestazione”;
9) al mondo del potere oppongono una “non resistenza”;
10) rifiutano il “tragico” e cercano esperienze minori ma “autentiche”;
11) rifiutano l’esistenzialismo dei padri e il nichilismo dei fratelli maggiori;
12) Non sono atei, anche se non dicono di credere in Dio.
La Fanciulla Rapita
(da un dipinto di Ennio Abate)
di Ubaldo de Robertis
Dove fugge, di giorno, e forse, soprattutto di notte,
il giovane
favorito dalla stessa alternanza di ombre e luci,
/aspetti peculiari del ritratto/? Continua la lettura di La Fanciulla Rapita
Mostra di Ennio Abate al Centro Puecher di Milano. Alcune foto di Anita Dognini
DUE SEGNALAZIONI Pittura + poesia
1
Per avere un’idea di com’è nato nel tempo il “narratorio” si può leggere l’intervista apparsa su WSF: qui Continua la lettura di DUE SEGNALAZIONI Pittura + poesia
Tre poesie
di Ubaldo de Robertis con una nota di Ennio Abate
(A Max Frisch)
Mare e cielo adunati in un unico sguardo,
visione maestosa, sublime. Ritta sullo scoglio
una minuscola figura, si toglie il cappello
alzandolo il più possibile per sventolarlo.
E non ci sono vele all’orizzonte, angoli ristretti, relitti,
solo stupore, a Palavas, con cui riempirsi gli occhi,
ebbrezza che in un uomo ordinario sparisce.
Non in Courbet. Fierezza, monumentalità,
unisce a quella solitudine, della sua luce
penetra il mondo che si schiude al modo di uno scrigno
e ha bisogno della luce del mondo per esistere. Continua la lettura di Tre poesie
Date a Sagredo quel che é di Sagredo
di Ennio Abate
Diciamolo di botto mentre il vespaio comincerà a ronzare. La poesia di Antonio Sagredo affonda le sue radici nelle Puglie e nel mondo che una volta si chiamava Est europeo e si muove nella potente Tradizione delle avanguardie novecentesche.
Sagredo, anche quando parla di certi poeti, è come se continuasse a parlare di sé. Vuoi perché li conosce a fondo e ne ha assimilato in pieno la lezione, condividendola senza riserve. Vuoi perché la sua scelta di campo poetico è assoluta e nettamente manichea. Vuoi perché ha mirato a costruirsi una identità unitaria e statuaria, chiusa all’altro da sé, ricorrendo – ma anche questo atteggiamento o posa attoriale o postura intellettuale sdegnosa gli viene un po’ da quella Tradizione – alla mitizzazione di se stesso come Poeta assoluto. Continua la lettura di Date a Sagredo quel che é di Sagredo
QUALE POESIA OGGI? Orbilius vs Samizdat e viceversa. Narratorio
di Ennio Abate
Questo narratorio è ripreso da “TRASVERSALE” (qui)
Orbilius* –
Samizdat mi parlava continuamente di questi *moltinpoesia*. Sì, sì, gli dicevo, è vero che sono spuntati come funghi dopo che nel tuo Paese – in ritardo, eh! – c’erano state (quasi insieme) scolarizzazione di massa e acculturazione provocata da giornali, radio e televisione. E posso anche ammettere che questa gente comune non è più analfabeta o semianalfabeta come lo erano i loro nonni e spesso i loro genitori. Continua la lettura di QUALE POESIA OGGI? Orbilius vs Samizdat e viceversa. Narratorio