di Ennio Abate
Ho partecipato all’iniziativa di “Dedalus/Vincenzo Pezzella” con questi due disegni/poesie: Continua la lettura di Due “segnaversi”
di Ennio Abate
Ho partecipato all’iniziativa di “Dedalus/Vincenzo Pezzella” con questi due disegni/poesie: Continua la lettura di Due “segnaversi”
di Ennio Abate
Parrà forse irrituale ma ci sono buone ragioni per cominciare la presentazione di «Keffiyeh», cioè dell’ultima raccolta di «scritti e poesie dissidenti» curata da Mario Rigli e Gianmario Lucini», partendo da alcuni dati generali sulla distribuzione della ricchezza nel mondo negli ultimi decenni e sulle spese statali per le armi. I primi li ho desunti da un’intervista a Saskia Sassen, sociologa ed economista statunitense. I secondi da un articolo di Manlio Dinucci su “il manifesto”. Continua la lettura di “Keffiyeh”. Presentazione a Piateda (10 aprile 2015)
di Ennio Abate
Per diffidenza verso le celebrazioni in preparazione per il prossimo 25 aprile, che verrà di certo presentato come il 70° anniversario della indiscutibile “liberazione” , pubblico questa mia vecchia riflessione. La presentai in uno dei gruppi di lavoro del Congresso ADI, Rimini 21-24 sett. 2005, al quale ero stato invitato ma i suoi organizzatori non si degnarono poi d’includerla negli Atti ufficiali senza darmi alcuna spiegazione. In assenza di un ripensamento radicale e profondo della storia del secondo Novecento, urgente ma quasi impossibile nell’attuale degrado politico e culturale in cui siamo stati cacciati, preferisco attestarmi su quanto sono riuscito a pensare della Resistenza sulla base dello studio di autori oggi del tutto dimenticati se non messi al bando. E’ l’unico modo per me ancora valido di onorarla. [E.A.]
Questa è la prima di una serie – spero numerosa – d’interviste mirate a poeti e poetesse che intendo fare nei prossimi mesi. Sarà un modo di continuare l’interrogazione su cosa sia la poesia anche nella forma del dialogo in apparenza più appartato e distaccato dal dibattito pubblico a più voci. [E.A.]
Ritieni che ci sia una relazione tra la tua biografia e la tua poesia?
le relazioni sono molto sporadiche e rielaborate secondo bugia o finzione che dir si voglia. posso dire che mia madre faceva la sarta: qui termina la verità, il resto, se c’è, è altro. le relazioni sono nel ricordo del vissuto, nel tragico avviso di morte nell’anniversario che può
battezzare i versi. Continua la lettura di Intervista (1) a Marina Pizzi
di Luciano Aguzzi
Ancora una volta sposto dallo spazio dei commenti e metto in primo piano un intervento di Luciano Aguzzi. Perché riassume e ripropone dal suo punto di vista ma con estrema chiarezza le questioni affrontate qui. Mantengo lo stesso titolo e la stessa immagine per segnalare ai lettori la continuità di questa discussione. [E.A.] Continua la lettura di La doppia crisi. Su riconoscimento dei poeti e critica militante (2)
di Ennio Abate
@ Giorgio, Rita e Tito
La discussione cresciuta un po’ in sordina tra i commentatori del post «Sulla poesia di Eugenio Grandinetti» (qui) e di quello di Ederle (qui) mette in luce una doppia crisi che ci riguarda sia come poeti sia come ex militanti. Perché – diciamocelo – eravamo tutti più militanti che poeti (almeno fino agli anni Settanta), poi siamo diventati diffidenti verso ogni tipo di militanza (e figuriamoci in poesia!) e ora sembriamo aver puntato tutte le nostre residue energie sulla poesia. Continua la lettura di La doppia crisi. Su riconoscimento dei poeti e critica militante
di Ennio Abate
Questa è la terza lezione rielaborata dai tre incontri sulla poesia che ho condotto a Saronno su invito dell’Associazione “L’isola che non c’è” nel novembre 2014. Le prime due si rileggono qui e qui. [E.A.] Continua la lettura di Lorenzo Renzi: un’analisi non ragionieristica di “A mia moglie” di Saba (lezione 3)
di Ennio Abate
1
Siamo pronti a combattere», le parole del ministro degli esteri Paolo Gentiloni sono chiare: il governo italiano Renzi-Alfano è pronto ad una nuova avventura militare. Dove? In Libia. E come? Ma naturalmente «sotto egida Onu», nel quadro della supposta legalità internazionale (cancellata dalle tante guerre decise senza e contro le Nazioni unite). E perché? Perché i miliziani dello Stato islamico hanno occupato Sirte, la terza città della Libia 450 km da Tripoli. Con evidente minaccia diretta per l’Italia. Un intervento dunque «preventivo». Con in canna l’aggettivo «umanitario»: la tragedia dei migranti africani in fuga attraverso la Libia, merce di scambio di bande rivali e abbandonati da noi ai cimiteri marini. (Tommaso Di Francesco,http://ilmanifesto.info/pronti-a-combattere-a-chi/)
2
Ennio Abate – MARZO 1821 – MARZO 2011
(qui)
di Ennio Abate
Da oggi in questa categoria del sito (Segnalazioni) appariranno le note dei redattori e dei commentatori – assidui o occasionali – di POLISCRITTURE.
Riguarderanno il lavoro fatto o da fare dalla rivista/sito e potranno essere inviate preferibilmente a: poliscritture@gmail.it
La lunghezza non deve superare le 20-30 righe.
Comincio io, accennando a due problemi:
– dopo la morte di Gianmario Lucini, che dal n. 9 aveva accettato di editare come CFR la rivista cartacea, a me pare che si sia chiusa una fase e vada ripensata una prospettiva.Sono del parere che, ultimato il n.11 sulle scienze, si debba chiudere (magari temporaneamente) con il cartaceo, a meno di un ripensamento convincente della sua funzione, preparazione e destinazione;
– tranne alcune eccezioni, l’attuale redazione del sito (siamo in 11) – e lo dico non per drammatizzare o colpevolizzare nessuno – è, come si vede dai post pubblicati, meno attiva e presente di quanto si sperasse. La collegialità del lavoro è quasi azzerata ed io amministro il sito da solo.
Sono problemi che hanno a che fare con la pesante situazione politica e culturale in cui dobbiamo operare. E ritengo che non vadano nascosti ai lettori.
Due poesie di Ennio Abate lette da Rita Simonitto
1.
Quanne a guerre fernette
– tu virisse quanta gente purtave o lutte:
e femmene tutte vestite e nire,
l’uommene cu na striscette nera
vicin’o bavere ra giacca o ro cappotte –
a famiglia noste e chelle e zi Vicienze
se ne venettere a Salierne.
Addie Casebbarone!
Che dispiacere pe nuie piccirille! Continua la lettura di Dalla terra tradita al tradimento dei padri