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Adulti e giovani

Per una riflessione collettiva sull’uccisione di Sofia Castelli
USCIRE “DI PIANTO IN RAGIONE”

di Ennio Abate

Stasera parteciperò alla fiaccolata per ricordare Sofia Castelli, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato. Con questi pensieri in testa.
 

In questo momento di lutto cittadino per l’uccisione di Sofia Castelli da parte del suo ex fidanzato, Zakaria Atqaoui, è bene ricordare il motto: «Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita», con cui lo scrittore francese Paul Nizan cominciò «Aden Arabia» (1931), il suo primo romanzo.
E’ solo un motto, ma fa capire che si soffre parecchio (anche o soprattutto) da giovani. E potrebbe aiutare a liberarsi dalle visioni false ed edulcorate sulla gioventù (di ieri e di oggi).
Perché dobbiamo capire che, tranne poche eccezioni, è spesso un’illusione pensare che adulti – genitori, preti, professori, psicologhi, assistenti sociali, politici- siano in grado di capire e aiutare i giovani e le giovani a uscire dalle inquietudini oscure della vita amorosa e sessuale (e anche dalle altre che riguardano i rapporti familiari, di lavoro, di studio, di tempo libero). O che le Istituzioni – dallo Stato alle Regioni, ai Comuni – possano intervenire in questi drammi e tragedie. Purtroppo il compito fondamentale delle Istituzioni resta quello di sorvegliare e punire (Foucault), anche se ascoltiamo di continuo da molti suoi rappresentanti dichiarazioni di vicinanza e di buona volontà.
I drammi ci sono ogni giorno e le tragedie si ripetono. Da ex insegnante, marito, padre, abitante di Cologno Monzese dal 1964 e politico (fuori dai partiti), ne ho visti troppi di giovani e giovani spegnersi, rassegnarsi o perdersi nella tossicodipendenza, nella solitudine, nella follia. Come ho visto troppi miei coetanei o meno anziani di me chiudersi in se stessi, farsi vanto del proprio benessere raggiunto, temere di perdere qualcosa di quel che si erano conquistati, reagire con cinismo all’aggravarsi dei problemi sociali. E so che, con la crisi della democrazia. sia l’esercizio della funzione educativa da parte degli adulti che quella di domandare. criticare e porre problemi da parte dei giovani incontreranno più impedimenti che in passato.
Oggi noi adulti, che pure (ma ormai nei lontani anni ’70) avevamo tentato di cambiare il mondo e noi stessi, non siamo più in grado di indicare quale nuovo mondo potrà sostituire questo in crisi o decrepito, che ancora abitiamo. i giovani e le giovani venuti/e dopo di noi, i miei figli, i miei nipoti, si ritrovano più soli ad affrontare divieti o miraggi ancora più pesanti di quelli che noi sfidammo. E il sogno d’amore (Melandri) e il disamore sempre in agguato possono scatenare passioni distruttive e autodistruttive, sempre terribili. Come tanta letteratura e film ci hanno sempre mostrato.
Non so quanto questi nuovi divieti e nuovi miraggi abbiano condizionato il rapporto tra Sofia Castelli e il suo ex fidanzato, Zakaria Atqaoui. E, perciò, taccio e aspetto di capire.
So, però, e devo dirlo anche in questo momento di lutto che quella Cultura della Libertà, che in alcuni momenti – Risorgimento, Resistenza, 1968-’69 – ha squarciato il cielo spesso pumbleo e servile della storia d’Italia e che oggi appare morta, va – non so come o quando – ricostruita in forme nuove. Da noi per quel che ci resta da vivere. Da altri – adulti e giovani – che verranno.

 

Criticare, non calpestare Walter Benjamin

a cura di Ennio Abate

Da tempo su FB sempre meno mi sento di entrare  in polemica con  persone che mi paiono intelligenti, preparate e  affrontano le stesse questioni  (globalizzazione, populismi, nazionalismi, imperialismo, neocolonialismo,   guerra in Ucraina,  oltrepassamento  o riconferma della distinzione  tra destra e sinistra, abbandono o ripensamento delle opere dei  nostri “antenati”), sulle quali – da isolato –  io pure continuo a riflettere.  Perché le posizioni  che si confrontano sono sempre più divaricate e inconciliabili. Eppure a volte mi chiedo. ma perché dargliela per vinta? perché tacere sulle differenze che – pur in una apparente ricerca comune –  vengono fuori?  E allora mi sento di intervenire e di ragionare in pubblico.  Pur sapendo che lo scambio è diseguale e viziato in partenza dai rapporti  (sfavorevoli) di potere tra me (un isolato) e loro (ben inseriti e appoggiati da solide istituzioni). E’ il caso di questa mezza discussione su Walter Benjamin con il filosofo Vincenzo Costa (qui).  Pubblico l’istruttiva cronaca  dello scambio. Che ripropone per me la domanda cruciale: criticare sì, ma in quali modi e per quale progetto.  Continua la lettura di Criticare, non calpestare Walter Benjamin

Una poesia di otto anni fa sulla Grecia (e la Francia)

di Ennio Abate

GRECIA, VECCHIA SEI, DIMMI COSA SEI E SAI

Come potevano tagliare il mantello
e dividerlo con l’ignudo al freddo
se ambivano bere nei calici
della Grecia aristocratica?

Come potevano credere che i dannati
della terra, avendo eruttato
la loro rabbia solo tra le crepe della storia,
fossero inesistenti e da sbeffeggiare?

Oh, caldi nipotini di Danton, algidi
epigoni di Robespierre, ascoltatela
la vecchia madre Grecia, non l’antica!

Storia. Storie.

di Ennio Abate

Ahi, noi! I finti vivi
respiranti sazi e distratti
intenti alle proprie
- intere (crediamo) -
assorbenti storie!

Parziali racconti, invece.
Come ceneri del lusso
salgono in vecchi e illustri camini.

Fuori nuovi corpi migranti
s’affaticano in crani già più smussati.
Riprendono in lingue ibride
parole comuni
bisogni di sempre.
Guerreggiano in altre forme
sui nostri morti passati.
Prosciugano i riflessi di sole
nelle pozzanghere d’Occidente
dove la nostra finì.

Unici.
Insopportabili.
Inconcepiti.

I partigiani ieri.
I moribondi ieri a Baghdad.
Les banlieues ieri e oggi.

(2006/2023)

P.s.
Leggendo su FB i commenti di Maria G Meriggi e Lanfranco Caminiti sui fatti di Francia.

In morte di Silvio Berlusconi

Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.
(da Giosuè Carducci, Davanti San Guido)Commenti sparsi

Ennio Abate
Questo è il padre politico del CETOMEDISMO (italiano) che ha raso al suolo la sinistra.

Continua la lettura di In morte di Silvio Berlusconi