
di Erminia Passannanti *
Continua la lettura di In Memoria di Federico Sanguinetidi Gianmario Lucini
Poesia dei forti contrasti, questa silloge di Erminia Passannanti, fra un aspetto dichiarato e descritto nelle composizioni stesse e un altro aspetto, che ne rimane fuori, ma che diviene il termine dialettico, di una dialettica drammatica e intimamente sofferta. L’aspetto che è trattato è quello dell’atteggiamento religioso, che l’autrice ricalca, se così possiamo dire, da una idea iconica del rapporto col trascendente – “iconica” anche pensando alle icone russe, così formali e ieratiche, ma insieme dolci e mistiche, al fascino delle quali non si può resistere e si è quasi portati in un’altra dimensione, rarefatta, eterea, senza corpo. Una religiosità che viene sondata nei suoi effetti sulla psicologia, piuttosto che nella sua essenza, viene illustrata negli atteggiamenti volutamente resi grotteschi e sciapi, in melense tinte.
Continua la lettura di Commento a “Il Roveto” di Erminia Passannantidi Gianmario Lucini & Erminia Passannanti
Questo poema del 2004, scritto a due mani, già pubblicato su “absolute poetry” e “anafabetiere” ma non più reperibile su questi siti, tocca il tema attualissimo del populismo (concetto, come si sa, fin troppo generico) impersonato in quegli anni da Berlusconi. Con indignazione che non evita toni plebei e disperati in Lucini. Con sarcasmo che ancor attinge a termini nobilmente letterari in Passannanti. Lo pubblico come ulteriore omaggio a Gianmario Lucini oltre che come esempio di collaborazione possibile sui temi di “poesia civile”. [E. A.]
di Erminia Passannanti
Marco e Gloria, questa non è una poesia, è una lettera
ai due italiani seduti accanto a me
sul volo diretto a Londra
che chiedevano come sistemarsi nella City,
ad una come me che aveva vissuto
in Inghilterra per 15 anni
ed era poi tornata alla sua madrepatria.
Quella volta stavo tornando ad Oxford
solo per un viaggio di piacere.
Chiacchierammo, seduti gomito a gomito,
consumando tè e snack britannici. Continua la lettura di “Questa non è una poesia, è una lettera …”
di Erminia Passannanti
Con una Nota di Ennio Abate in Appendice
“Credo alla verità di alcune mie poesie
perché ogni loro verso porta
il segno della contraddizione.
(F. Fortini)
Impegnato nei dibattiti tra gli intellettuali della nuova sinistra su Quaderni piacentini, negli anni Sessanta Fortini inizia a sostenere che la lotta di classe non può essere condotta solo con il discorso oppositivo e dialettico, ma dalle trasformazioni determinate dalla rivoluzione culturale a cui pensava Mao Tze Tung, come si evince dal brano “Per la morte di un maestro”, ne L’Ospite ingrato: Continua la lettura di Teorizzazione della contraddizione nell’opera di Franco Fortini