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Paralleli inquietanti tra ‘crudeltà’ diverse

di Rita Simonitto

Ieri sera ho rivisto, per l’ennesima volta, un film di Pietrangeli del 1965 “Io la conoscevo bene” (*) e, rivedendolo – come accade sempre quando possiamo ritornare sopra alle opere d’arte – ho preso contatto con una realtà inquietante che non atteneva solo alla palese denuncia fatta dal regista soprattutto verso il mondo del cinema che in quegli anni, dietro il miraggio di una vita facile ed enfatizzata dai rotocalchi, ‘bruciava’ senza pietà gli incauti che vi si volevano avvicinare senza le dovute protezioni. Ma rappresentava sotto traccia una allucinante fiera delle crudeltà, un catalogo delle varie forme di abbrutimento a cui può pervenire l’essere umano quando, stanco di sacrifici e di patimenti, si fa sedurre dalle sirene del facile successo. Non una scena, non un fotogramma sono esenti dall’evidente spietatezza che permea ciò che viene rappresentato,  a partire dalla stessa protagonista Adriana (una strepitosa Stefania Sandrelli), inconsapevolmente impietosa verso la propria persona, incapace di salvaguardare la sua intimità, impossibilitata quindi a proteggersi, a difendersi e pertanto facile preda di personaggi senza scrupoli. Dalle canzoni selezionate (e che fanno da accompagnamento tragico a questa storia), ai dettagli delle tenerezze che questa fragile fanciulla è in grado di dedicare agli altri più deboli di lei (ad esempio nei confronti di un bambino che lei tiene in custodia) fino al ticchettio dei suoi zoccoli estivi che arrivano all’orecchio dello spettatore come tante fucilate: tutto concorre a sottolineare la crudezza nella quale la ragazza è avviluppata.

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Per «POLISCRITTURE 2». Seconda parte.

Sommario.
La critica a partire dalla lezione di Marx e dal ripensamento delle esperienze socialiste e comuniste sconfitte. L’attenzione alla psicanalisi, al femminismo, agli studi post-coloniali e alla critica ecologista contro lo sfruttamento capitalistico delle risorse naturali e ambientali. L’interrogazione sul destino del pensiero e dell’azione in un Occidente capace di essere aperto ai problemi del mondo e di mettere in discussione il suo lato oscuro e colonizzatore. Il nodo mondialismo e nazionalismi. La questione cruciale delle nuove migrazioni, dei suoi effetti reali e delle contraddittorie percezioni del fenomeno da parte dei ceti popolari e dei ceti privilegiati. Il lavoro culturale, la centralità del linguaggio verbale e della dimensione linguistica (problema della neolingua, delle cosiddette ‘false notizie’ e della post-verità,ruolo dei ‘social network’, etica hacker). Continua la lettura di Per «POLISCRITTURE 2». Seconda parte.