di Alberto Mari
[Quante cose si possono fare con le carte, specie se volano. Belle dame, fanti, cuori, re che partono (per la solita guerra?), labbra, baci. Ma in questa scrittura di Alberto Mari vola anche una coppia quasi chagalliana e finisce per volare persino la coppia prosa/poesia. (E. A.)]
Volavano le carte, una sopra l’altra, nel cielo, in cerca di colore. Volavano sparse, come ombre d’uccelli, si stagliavano nel chiarore esplosivo d’argento della notte infinita. Nel castello di carte, la bella di turno, la bella impaziente, regina dell’occasione, aveva finito di posare. Il fante lasciò cadere il ritratto come un discorso indiscreto, ma il viso e il corpo di lei ritornavano, intraducibili parole, carne viva, carte su carte, lente, trasparenti, sull’ombra delle merlate, dove il ritratto era idealmente appeso, mentre cadevano matite e pennelli, commenti dei colori. Continua la lettura di Il castello di carte