Archivi tag: fascisti

Cronache dalla provincia

di Marisa Salabelle

A un mese dalle elezioni comunali, che hanno visto la riconferma al primo turno del sindaco uscente Alessandro Tomasi (Fratelli d’Italia), noi pistoiesi, originali o acquisiti, possiamo azzardare un minimo bilancio. Che Tomasi avesse buone chance di essere rieletto era una cosa che girava nell’aria da mesi. Il sindaco dagli occhi azzurri è molto popolare in città: si fa vedere in giro, sorride ai bambini, saluta tutti, «è uno di noi». Non come quell’antipatico di Bertinelli, il suo predecessore, con quell’aria da intellettuale che si ritrovava. In fin dei conti i pistoiesi hanno sempre diffidato della cultura, e in questo Tomasi non li ha delusi. Sbolliti gli ardori giovanili, che lo avevano visto nascere in CasaPound, si è costruito un’immagine garbata, ha saputo barcamenarsi tra le diverse esigenze dei cittadini, è diventato persino amico dei partigiani conferendo il titolo di cittadino illustre a Silvano Fedi, eroe locale della Resistenza, e inaugurando senza batter ciglio diversi monumenti e lapidi alle vittime della guerra civile e della Shoah. Per il resto, il nulla: la manutenzione delle strade e del verde urbano, cavallo di battaglia della sua prima campagna elettorale, ha raggiunto i minimi storici, salvo risvegliarsi a ridosso delle nuove elezioni con asfaltature varie e inaugurazione di giochi nei giardini pubblici. Gestione dell’emergenza pandemica in linea con le direttive nazionali, un occhio di riguardo verso commercianti e ristoratori, devastazione di quartieri anche pregevoli del centro storico per installare immense piattaforme di cassonetti semi-interrati, crollo di un pezzo della cinta muraria che tuttora sta lì transennata e pericolante. Continua la lettura di Cronache dalla provincia

Un ricordo di Franco Loi

di Giuseppe Natale

Quando muore un poeta, muore un amico dell’umanità. Ci ha lasciato il poeta e critico letterario Franco Loi, che avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 21 gennaio.

E’ sicuramente il maggiore poeta in dialetto milanese e lombardo, che ha saputo ereditare da Porta e Tessa e reinventare con straordinaria creatività e fantasia. Ha dato voce agli ultimi, a coloro che faticano per guadagnarsi il pane quotidiano, agli emarginati e ai fragili, alle persone di grande saggezza e di forti sentimenti di autentica umanità. Continua la lettura di Un ricordo di Franco Loi

Storia adesso/Resistenza. Appunti di lettura da “Una guerra civile” (12-16)

I primi 11 appunti di lettura sul libro di Claudio Pavone sono stati pubblicati in appendice all’articolo di Giorgio Mannacio, Il 25 aprile nella mia memoria (qui). [E. A.] Continua la lettura di Storia adesso/Resistenza. Appunti di lettura da “Una guerra civile” (12-16)

“Martiri delle foibe”: un po’ di chiarezza

1978 AI TEMPI DI MORO 1978 circa

di Alberto Panaro

Nel 2004 il governo di centrodestra, con l’avallo del centrosinistra, stabilì di celebrare il 10 febbraio (anniversario del Trattato di pace che nel 1947 aveva fissato i nuovi confini con la Jugoslavia) una “Giornata del Ricordo” per celebrare “i martiri delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata”. Una ricorrenza situata a dieci giorni dalla “Giornata della Memoria” (istituita nel 2000 per il ricordo dalla Shoah e di tutte le vittime e i perseguitati del nazifascismo). In questi anni il senso comune ha portato a fare di tutto un polverone, cosicché si parla correntemente di “foibe” come “olocausto degli italiani”. Continua la lettura di “Martiri delle foibe”: un po’ di chiarezza

I due compari

il-gatto-e-la-volpe

di Roberto Bugliani

[Qui si parla del ’68 e di due suoi leader alle prime prove in una città italiana facilmente identificabile per la sua prestigiosa università. Lo si fa attraverso il filtro di due archetipi dell’immaginario letterario nazionale ( e non solo). Con sottile ironia. E la memoria ben solida in Italia della fiaba collodiana agevola l’operazione. Che sotto sotto resta amarognola per l’autore e per noi. Perché a fare le spese degli intrighi dei due loschi personaggi qui messi alla berlina è il Pinocchio-Movimento. Che fu fin troppo fiducioso – lo sappiamo col senno di poi – nella potenza delle operaie «mani callose» e ignaro di quanti forti e diffusi (ovunque) erano ( anzi sono) i comportamenti servili, omertosi e complici coi potenti, su cui la politica “alla Volpe” sa far leva. Specie quando manca il “Lione”. Ma questa sarebbe un’altra storia e si uscirebbe dalla fiaba. (E.A.)]

La Volpe era in realtà un lupo. Aveva il muso, le zampe, il pelo, la coda da lupo. Ma lo sguardo, che è l’avamposto dell’animo, era quello d’una Volpe, una Volpe un po’ particolare, che suppliva alla carenza d’astuzia con una furberia sempre alla ricerca d’espedienti e scappatoie, divenuta proverbiale tra gli iscritti al Partito in cui militava. Continua la lettura di I due compari