di Ennio Abate
Questo è il mio intervento per l’incontro del prossimo 23 giugno (qui) a Cologno Monzese di ex compagni e compagne del ’68. [E. A.] Continua la lettura di Sul ’68 a Colognom 50 anni dopo
di Ennio Abate
Questo è il mio intervento per l’incontro del prossimo 23 giugno (qui) a Cologno Monzese di ex compagni e compagne del ’68. [E. A.] Continua la lettura di Sul ’68 a Colognom 50 anni dopo
I neofascisti visti da vicino. L’inchiesta di Raimo raggiunge la quotidianità del fenomeno. E permette di tenere conto degli aspetti antropologici spesso rozzamente cancellati o trascurati da chi parla dei fenomeni sociali ambivalenti e controversi senza cogliere la complessità della storia e intenderne continuità e discontinuità. [E. A.]
Ritratto del neofascista da giovane
di Christian Raimo, giornalista e scrittore
29 gennaio 2018 10.26
Stralci:
1.
Tra i libri assegnati per la formazione ci sono Il Capo di Cuib dello scrittore nazionalista romeno Corneliu Zelea Codreanu, che cominciò a fare politica proprio fondando un movimento studentesco, oppure Militia di Leon Degrelle. Due testi che sono una sorta di manuali di formazione spirituale-militare, scritti con uno stile marziale che può sembrare quasi parodico. Continua la lettura di Appunti politici (14): I neofascisti visti da vicino
Sommario.
La lezione di Franco Fortini: lascito e sua rielaborazione non scolastica. Le scritture della città e lo scontro mobile e ubiquo tra città e anticittà, tra partecipazione e omologazione, tra centro e periferia. Pluralità e differenza delle scritture ma anche della critica e dialettica (dialogo ma anche polemica) tra “molti” e “uno”. La poesia, l’ipotesi di una «poesia esodante», l’attenzione ai filoni ecologici e non antropocentrici in poesia e l’intervento critico sulle discutibili forme della vasta ma ambivalente produzione poetica e parapoetica contemporanea. Il femminismo, la sua critica a una idea di umanità universale, in realtà maschile, la critica alla separatezza tra sfera personale e pubblica, ‘ambito politico e vita privata e al condizionamento del mercato e del denaro sulle identità sessuali. Attualità e pericolosità delle guerre, dell’accumulo di potenziale distruttivo negli arsenali nucleari e banalizzazione della violenza e della guerra nell’informazione-spettacolo. Continua la lettura di Per «POLISCRITTURE 2». Terza parte
di Cristiana Fischer
1. Il 28 ottobre esce sul blog L’Italia e il mondo un articolo di Roberto Buffagni: “Due appelli, due Europe”, che analizza due documenti pubblicati sullo stesso sito qualche giorno prima.
Il primo si chiama “Appello per il rinnovamento democratico” ed è stato promosso da una importante istituzione democratica che ha sede a Bruxelles, nell’ambito del Forum 2000 riunito in maggio a Praga. L’Appello apre con la dichiarazione che “la liberal-democrazia è minacciata e chi la ha a cuore deve accorrere in sua difesa”. La minaccia proviene non solo da stati come Russia, Cina e altri regimi autoritari, ma anche da paesi illiberali, da governi che sono incapaci di rispondere alle sfide della globalizzazione, da processi politici sclerotizzati e disfunzionali, da burocrazie lontane e opprimenti. La conclusione del breve Appello dice: “Non ci sono scuse per restare in silenzio e per non agire. Non aggrappiamoci a una falsa illusione di sicurezza, mentre la democrazia è in pericolo. La attuale crisi offre ai democratici la possibilità di mobilitarsi, e dobbiamo coglierla.” Continua la lettura di Strategie e schieramenti in Europa
di Ennio Abate
Replico ai commenti lasciati da Cristiana Fischer sotto i post che ho dedicato a «Comunismo di F. Fortini» (qui, qui e qui). [E. A.]
1.
No, non credo si tratti di pignoleria ma semplicemente di anticomunismo quasi viscerale (che è per me il peggiore). I tuoi commenti svelano, infatti, molto del tuo atteggiamento verso Fortini, un autore che conosci poco, e il suo marxismo. Rigettano, infatti, in un sol colpo il concetto e la parola ‘comunismo’ e l’interpretazione che ne dà Fortini nell’articolo in questione. E hanno un intento preciso: sbarazzarsi dei problemi che quell’idea e quella storia (novecentesca) potrebbero ancora riportare a galla.
Continua la lettura di Appunti politici (10): Su “Comunismo di F. Fortini”. Una polemica con Cristiana Fischer
“Che fine hanno fatto le classi sociali?”
di Denise Celentano (da “Sinistra in rete”: qui)
a cura di Ennio Abate
Trovo particolarmente chiara ed efficace questa panoramica del dibattito attuale che ora contrappone ora tenta una conciliazione tra i due concetti di ‘lotta di classe’ e ‘ lotta per il riconoscimento’. Ne ho scelto gli stralci che mi paiono più importanti e con precisi riferimenti a opinioni espresse qui su Poliscritture sui concetti di ‘identità’, ‘differenze’, ‘integrazione’, ‘multiculturalismo’. [E. A.]
1.
L’idea stessa che le classi non esistano più riemerge regolarmente, giustificata dai più diversi argomenti. Si è parlato di una ‘cetomedizzazione’ della società – si pensi al Tony Blair di “we’re all middle class now” –, e di una generalizzazione di stili di vita prima riservati a fasce più ristrette di persone; una tesi piuttosto difficile da sostenere dopo la fine del Boom economico e a fronte della crescente polarizzazione delle diseguaglianze globali. Altri hanno parlato di “individualizzazione”: secondo Ulrich Beck, a fronte della logica sempre più individuale della modernità, quella di classe sarebbe una “categoria zombie” cui riservare degna sepoltura. Un “capitalismo senza classi”, dove ciascuno costruisce da sé la propria biografia, prenderebbe il posto dei vecchi pattern di diseguaglianza. Continua la lettura di Scrap-book dal Web. Classi sociali?
di Luigi Paraboschi
Come appare dal sottotitolo (monologo in versi) questa breve silloge di poesie si può definire “ monologo “ in quanto l” IO narrante è quello di Ulisse, sgomento e abbattuto di fronte alla scoperta che al suo ritorno dopo venti anni, la consorte tanto vagheggiata nel tempo, se ne è andata , come si legge nel suo cantare sconsolato :
ma io aspetto qui la tua assenza / aspetto su questo sradicato ulivo la tua essenza
Confesso che a me, uomo del nostro tempo ma ancora memore di ricordi scolastici, la figura di questo guerriero un poco troppo furbastro non ha mai convinto completamente. Continua la lettura di Su “PARTITA Penelope” di Simone Di Biasio