Archivi tag: Franco Fortini

4 pensieri di F.F. sulla comunicazione

Da Poliscritture 3 FB/Nei dintorni di Franco Fortini

a cura di Ennio Abate
1.

Nei confronti della comunicazione e del discorso di massa occorre aumentare il grado di consapevolezza che ogni comunicazione (e tanto più quanto più è di massa) non è né immediata né spontanea né naturale, ma sempre non naturale, non spontanea, mediata, storicamente determinata.

2.

…nel nostro paese, come in tutte le nazioni cosiddette avanzate, è stata seguita la via [della] distruzione dell’efficacia dei messaggi mediante la loro liberalizzazione, la loro moltiplicazione…

3.

… una cosa ripetuta tutti i giorni entra probabilmente nella testa e nei riflessi di chi l’ascolta. Il mito della spontaneità e dell’autenticità ha impedito a sinistra qualsiasi organizzazione in […] senso sistematico di una educazione o di una resistenza […] Ad esempio la stampa ed anche i mezzi radio-televisivi di sinistra non si pongono mai il problema della ripetizione ma solo quello della variatio: hanno scelto questa, tra le possibilità retoriche, perché credono che promuoverebbe al massimo l’autenticità, mentre la ripetizione sarebbe autoritaria, dittatoriale e deprimente

4.


In via di principio non posso essere contrario a dilatare l’accesso alla comunicazione; a condizione che non si abbia inutile rispetto “democratico” per la imbecillità. Non abbiamo forse ascoltato, in riunioni e trasmissioni, il periodico richiamo a “lasciar parlare tutti”? Ci siamo accordi che non sappiamo, in nome della democrazia, come fare per togliere la parola agli idioti e ai provocatori?

 

(Da Franco Fortini, "Il mito dell'immediatezza" in "Un dialogo ininterrotto. Interviste 1952- 1994", pagg. 206-215, Bollati Boringhieri, Torino 2003)

Rileggendo “Una lettera a Nietzsche” di Franco Fortini

di Ennio Abate

Sono passati ben 37 anni da quando lessi «Una lettera a Nietzsche», la sezione di dieci testi che apre «Insistenze» (Garzanti 1985)[1] e l’acuta analisi che Elena Grammann ne ha fatto su Poliscritture (qui) mi ha spinto a riprendere in mano questo libro. Continua la lettura di Rileggendo “Una lettera a Nietzsche” di Franco Fortini

Montaldi riletto nel 2006

Elogio di un compagno periferico

di Ennio Abate

Io e Montaldi

Ho conosciuto di striscio Danilo Montaldi tra 1973 e 1975, quando ho scambiato con lui alcune lettere e l’ho in contrato in due o tre occasioni. In quegli anni ero un militante di Avanguardia Operaia  e a lui, non so come, era capitata tra le mani un ciclostilato, una “Lettera aperta ai compagni del Pci” di Cologno Monzese che avevamo distribuito  per strada. Continua la lettura di Montaldi riletto nel 2006

Nietzsche come fondamento della metapolitica?

Franco Fortini, Una lettera a Nietzsche

Per introdurre l”accurata,  problematica e non scolastica analisi  che Elena Grammann fa di un preveggente scritto, in cui Franco Fortini, verso la fine degli anni Settanta del Novecento, avvertì – tra i primi – i rischi della Nietzsche-Renaissance,  stralcio questo passo da uno dei saggi che Roberto Finelli – un filosofo che spesso ho segnalato  – ha dedicato su “Consecutio Temporum”  del  30 aprile 2019 (qui)  al tema dell’abbandono del pensiero di Marx  dopo la breve fioritura avvenuta a cavallo del biennio “rosso” del ’68-’69 : «Così in breve, a partire da quei fine anni ’70, filosofi, intellettuali, operatori culturali a vario titolo, diventarono quasi tutti heideggeriani e anziché di processo di valorizzazione, di composizione organica, di saggio del plusvalore, di tecnologia come sistema forza lavoro-macchinismo nella produzione di capitale, si cominciò a parlare di «Tecnica» come volontà di manipolazione e potenza di un Soggetto umano nella sua contrapposizione all’Oggetto: e come realizzazione nell’età moderna di una metafisica cominciata nell’età classica di Platone ed Aristotele, quale conseguenza di una rimozione originaria del senso dell’Essere e quale affermazione di un miope quanto ottuso antropocentrismo». [E. A.]

di Elena Grammann

 […] gli ormai numerosi necrofori delle lettere e della critica che vanno gridando «Viva la morìa!», come i monatti, subito dopo tornando a portarsi il fiasco alla bocca.
                            (F. Fortini, Avanguardie della restaurazione)

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Un «filo» tra Milano e Cologno Monzese

Disegni di Tabea Nineo 1978

Franco Fortini e gli “intellettuali periferici”

di Ennio Abate

quel filo che più
non brilla e che fu
tuo, mio.
Franco Fortini, Poesie inedite
 
 

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Taccuino di un militante di AO. Quattro mesi del 1978

Domani 22 febbraio 2021 alle 17,30, collegandosi su Facebook ( qui) o su Yotube (qui), è possibile seguire la presentazione di “VOLEVAMO CAMBIARE IL MONDO. Storia di Avanguardia Operaia (1968-1977).

di Ennio Abate

Sono stato in Avanguardia Operaia dal 1968 al 1977, cioè fino alla sua scissione. Da allora, in tutti questi anni ho continuato a rimuginare e a scrivere su quella mia militanza politica e sulle vicende degli anni Settanta. Dei numerosi appunti (in forma di diario, di narratorio e di saggio) ho pubblicato finora pochi brani su Poliscritture ma ho sempre colto qualsiasi occasione per tornare su quella storia e confrontarmi con i miei ex compagni di AO. E’ accaduto in particolare nel 2016 sulla pagina FB “Via Vetere al 3”, dove per la prima volta  si affacciò l’idea di una Storia di AO. E quando uno di loro, Luca Visentini, ha pubblicato «Sognavamo cavalli selvaggi», una rielaborazione narrativa della sua esperienza in AO, che ho attentamente recensito (qui).

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Fortini e la scienza della divulgazione

Su Franco Fortini, Ventiquattro voci per un dizionario di lettere

di Elena Grammann

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Un ricordo di Cecilia Mangini

di Lorenzo Pallini  su L’OSPITE INGRATO

“Nella foto che le ho scattato a Firenze qualche anno fa, Cecilia stringe a sé con un leggero sorriso una copia della prima edizione di Una volta per sempre del 1963. Come recita la dedica all’interno, il libro è stato donato da Fortini ai «compagni di sventura» Lino Del Fra e Cecilia Mangini, con i quali aveva condiviso la lunga lavorazione di quello che avrebbe dovuto essere, dopo l’avventura di All’armi siam fascisti! del 1960/61, il loro secondo film insieme, La Statua di Stalin.”

 

Lorenzo Pallini: “Franco Fortini. Memorie per dopodomani”

Per  leggere altre notizie e vedere il trailer del documentario qui

Stralcio da una mia mail a Lorenzo Pallini:

Caro Lorenzo,

premesso che vedo pochissimi film e di rado documentari e  parlo dopo aver visitato anche il tuo sito, ecco le mie impressioni sul tuo documentario “Franco Fortini – Memorie per dopodomani”. Mi sembra un bel lavoro: le immagini sono pulite; il ritmo che scandisce le tappe della vita di Fortini abbastanza equilibrato; le notizie   fornite dagli intervistati chiare e condivisibili; la lettura dei testi mai enfatica. Tuttavia, in un lavoro su una figura tanto complessa, avere dubbi o qualche pentimento, come tu accenni, è quasi un obbligo. E, in vista del nuovo lavoro che stai per intraprendere sul Fortini insegnante, io vorrei alimentarli. Spero costruttivamente e  in modi non pedanti, partendo da una mia percezione inquieta e quasi angosciosa. Continua la lettura di Lorenzo Pallini: “Franco Fortini. Memorie per dopodomani”