Su LE PAROLE E LE COSE è stato anticipato un pezzo di “Sivia è un anagramma” di Franco Buffoni (qui), che esce – con tempismo indicativo sia degli orientamenti dell’autore che della casa editrice Marcos y Marcos – “in occasione della discussione alla Camera della proposta di legge Zan contro l’omofobia”. Riporto gli APPUNTI che ho lasciato in un commento su quel sito. [E. A.]
L’Apollo di Lissa io degusto con Stephen.Dedalus d’aromi e linguistici suoni, quanti misteri d’Irlanda io compresisotto i portali di scoperta e la famosa torre che non vidi mai?Ma la statua dell’anima nell’unica cittàdov’io mescendo sangue vivrei in contumaciae con lei nel bordello, lì, con pensili pensierie lingue a due passi tra oscure selve e cosce di linguaggi.Sotto il pontecanale forse c’è un’anima seconda, la penna e la stampa che Gutenberg sbalestraa ogni bivio trivio e quadrivio tra archi di trionfo - e dei due Giacomi mangiagelati quale l’ottimistadell’infinito che è dato, e che non possiamo eliminare? Roma, 11 aprile 2012
Io devo dire a Silvia il tuo rancoreHo barato con l’ignoto e la veggenza,l’urna e la clessidra si sono rivoltateper un vomito di versi e di visioni -
il gallo ha beccato la rugginosa banderuolaL’Apocalisse se n’è venuta come una troiaturrita di merletti, anatemi e nastri funebri.Non ha gradito la tragedia come una finzioneché nello specchio la sventura non ha valore di rovina.Io so che i sogni di quel borgo ti hanno tradito,sapevi che la luce bovina non aveva spazi per te,che erano meno finti del tuo infinito come gli zibaldoni,che l’immensità era una vana e spietata farsa libertina.E quando una marionetta abiurò i fili dinoccolatiper una stecca della Storia ma non del tuo pensieroferrigno io devo dire a Silvia il tuo rancore, la grazia di quel Nulla che mutò la tua ragione in fatale canto.Maruggio-Campomarino, 22-23 agosto 2016
Pubblico l’introduzione e un capitolo del libro di Luciano Aguzzi sul giovane Leopardi alle prese, nella Milano del suo tempo, con il “lavoro editoriale”. La precisione delle informazioni permette un piacevole ripasso di nomi, luoghi e titoli di opere che si sono incontrati sui manuali liceali. Al di là dei pur equilibrati tentativi dell’Aguzzi studioso di distanziarsi dalle lamentele troppo umorali del giovane Leopardi, ci tengo a dire che sto dalla parte di Giacomo e della sua benedetta «inattualità» culturale e ideologica o lrrequietezza, impazienza, sofferenza e insofferenza. E mi chiedo chi sono oggi quelli che praticano la scomoda ma indispensabile critica alla Leopardi di fronte agli altrettanto famelici o orientati (o disorientati) «ideologicamente in modo diverso» nostri contemporanei, editori e non. [E. A.]
I libri di cui mi piace parlare sono quelli che considero significativi nel mio percorso di vita. In che senso? Perché non sono state delle semplici letture ma esperienze, come lo sono una relazione, il lavoro, una camminata in montagna…Sono libri per cui posso dire che quando ho terminato di leggerli non ero più la stessa persona di prima. Continua la lettura di Noterelle di un lettore comune sulle “Operette morali”→
Andrea Marino, Eugenio Grandinetti e Luciano Aguzzi (Foto E. A. 23 set. 2015)
di Luciano Aguzzi
Pubblico l’appassionata e approfondita relazione sulla poesia di Eugenio Grandinetti, amico e spesso ospite del sito di Poliscritture, che Luciano Aguzzi ha preparato (e solo in parte riferito) per la la serata in suo onore (23 settembre 2015) coordinata da Giuseppe Deiana al Centro Puecher di Milano.[E.A.]
Parlare di un poeta vivente, in sua presenza, da amico e fra amici, potrebbe porre qualche problema imbarazzante. Imbarazzante per l’oratore che non volesse limitarsi a un omaggio all’amico e al poeta, a una esposizione estrinseca e a una valutazione in cui cogliere solo gli aspetti più superficiali e positivi. Che vorrebbe invece cogliere l’occasione per una lettura della poesia più approfondita, nei suoi contenuti anche intimi, perché sempre la poesia ci parla dell’autore, dei suoi pensieri più palesi ma anche dei più riposti e ne mette a nudo l’animo e le sue segrete stanze. Che ne vorrebbe inoltre esaminare anche la qualità letteraria, sia nei suoi momenti più alti, più riusciti, ma anche in quelli più deboli, e cercare di capire, di entrambi, le linee di composizione, le coerenze, i perché. Continua la lettura di EUGENIO GRANDINETTI 40 ANNI DI POESIA→
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