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Scrap- book dal Web sulle elezioni del 4 marzo 2018
a cura di Ennio Abate
di Ennio Abate
In questi giorni ho riletto più volte i commenti all’articolo “Sul tragico destino dei migranti” (qui). In particolare quello di Roberto Buffagni (qui) solleva almeno tre questioni importanti. Le riassumerei intitolandole così: bene e buonismo, interesse, immigrazione e identità. Buffagni le tratta da un’ottica che diverge in profondità dalla mia e proprio per questo mi sento ancor più impegnato a discuterle e approfondirle. Affronterò i temi in tre articoli separati. Questo è il primo. [E. A.] Continua la lettura di Appunti politici (6): bene e buonismo
a cura di Ennio Abate
1.
SEGNALAZIONE
Renato Curcio, L’egemonia digitale, Sensibili alle foglie, 2016
* Ieri sera, alla “Casa in Movimento” di Cologno Monzese, Renato Curcio ha presentato questo suo libro. Ha sottolineato con forza le modificazioni antropologiche indotte dalle nuove tecnologie, che stanno costruendo una “società artificiale” che impone un altro tipo di esperienza; ma anche la forbice crescente tra la velocità d’implementazione di tali tecnologie e il ritardo della percezione che ne abbiamo. Ha fatto l’esempio di un lavoratore che esegue le mansioni assegnategli non più da un capo in carne ed ossa ma tramite un bracciale della Motorola, che gli impone un tempo per ciascuna di esse: se le esegue in minor tempo viene premiato, se supera la media stabilita perde punti. Continua la lettura di Scrap-book da “Poliscritture FB”
di Ennio Abate
« Allora cerchiamo di capire, nei limiti del possibile, quali sono le dinamiche in gioco e il posto che noi, come nazione nello scacchiere, occupiamo». (Simonitto)
1.
«Cerchiamo di capire» mi sta bene. Chi sono quelli che devono cercare di capire è, mi pare, alquanto incerto, perché – per me – è incerto chi sia questo “noi” che deve capire e cosa deve capire. È un «noi, come nazione»? Mi pare che rispondano sì Bugliani, Fischer, Paraboschi e Simonitto (e ovviamente, in altre sedi e per ora non in questo post, Buffagni e La Grassa). Continua la lettura di Appunti politici (2): Improvviso poco musicale
Da Poliscritture FB a Poliscritture sito
di Ennio Abate
E’ uscito su “alfabeta 2” un articolo di Franco Berardi Bifo, “Il populismo al tempo degli algoritmi / 2: Il diciassette che viene” (https://www.alfabeta2.it/…/speciale-populismo-al-tempo-deg…/). Ne riporto in maiuscolo i passi più importanti (per me) con le mie obiezioni [E. A.]
1. Assenza di un «soggettività progettuale».
IN ASSENZA DI UNA SOGGETTIVITÀ PROGETTUALE CAPACE DI RICOMPORRE I PROCESSI SOCIALI SECONDO UN MODELLO DIVERSO DA QUELLO CHE SI STA DECOMPONENDO, IL CROLLO DEL CAPITALISMO PUÒ ESSERE INTERMINABILE E INFINITAMENTE DISTRUTTIVO. QUESTA SOGGETTIVITÀ, CHE NEL VENTESIMO SECOLO SI RICONOBBE NEL MOVIMENTO OPERAIO, OGGI APPARE DISGREGATA FINO AL PUNTO CHE NON RIUSCIAMO A INTRAVEDERE POSSIBILI LINEE DI RICOMPOSIZIONE. Continua la lettura di Appunti politici (1): su Bifo
In questa intervista, che è possibile leggere anche qui, Francesco Ravelli pone una serie di domande a Gianfranco La Grassa. A uno studioso, cioè, che negli ultimi decenni da un ripensamento di Marx, teso alla difesa e all’attualizzazione del suo lascito teorico (sintomatico il titolo del primo blog a cui ha collaborato: «Ripensare Marx»), è approdato, come si dice nel ‘Chi siamo’ del successivo blog «Conflitti e strategie» (divenuto dopo un ultimo, recentissimo, ritocco: «Geopolitica. Conflitti e strategie»), ad «un sistema analitico fondato sulla teoria degli agenti strategici e del conflitto interdominanti a livello geopolitico». Continua la lettura di Intervista (teorica) a G. La Grassa di F. Ravelli
di Ennio Abate
(6)
24 novembre 1998
Mangano presenta alla Libreria Tikkun di Milano il mio «Congedo di prof Samizdat dall’ITIS Molinari» in occasione del mio pensionamento.
Tutto abbastanza scontato. Pochissimi quelli che sono venuti. C’erano – ma per un incontro successivo – Romanò e Majorino e si sono fermati ad ascoltare. Attilio ha fatto una presentazione attenta e persino affettuosa. Continua la lettura di Attilio Mangano nel mio diario (6 – 11)
di Italo Lo Vecchio
In questo inizio di maggio dal meteo capriccioso, Sadiq Khan, un avvocato britannico figlio d’immigrati pachistani, di religione musulmana, ma “moderata”, s’affrettano a tranquillizzare i media, è stato eletto sindaco di Londra. Ma fino a che punto è “moderata” la fede in una religione monoteista? Continua la lettura di I quaderni d’Italo V
“Quello di Tarzan è dunque il vero ‘salto’ in uno spazio diverso, con un senso della temporalità diverso. E allora seguiamolo, ma solo per cenni, nella sua crescita. Per certi versi egli usa l’istinto animale (quello detto tale, non so se propriamente; non sono in grado di deciderlo). Quando insegue una preda – in genere pure lui, come ogni altro animale, per nutrirsi – procede avvertendo da dove tira il vento e posizionandosi in modo che il suo odore non arrivi ad essa, altrimenti quella fugge a gambe levate. Inoltre, spesso non tocca terra; procede per aria passando di albero in albero utilizzando le liane. Sa però tendere le trappole, sa attendere un tempo considerevole affinché maturino condizioni più favorevoli. Considera assai meglio i rispettivi rapporti di forza; affronta la prima volta la tigre in modo ‘ingenuo’, ne viene ferito e a momenti ci rimette la pelle, ma impara bene la lezione e poi si ritrae sempre da scontri troppo diretti fin quando questa non è invecchiata. A quel punto è lei che non tiene conto del suo indebolirsi e Tarzan, usando anche dello strumento coltello trovato anni prima nella capanna, la uccide. Insomma, fa uso dell’‘istinto’, ma anche di un pensiero che si articola in modo nettamente più complesso rispetto agli altri animali”.
*in uscita verso metà maggio 2016