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Su età che avanza e voler vivere

di Franco Nova

NON IGNORIAMO L’ETA’ CHE AVANZA
 
Quant’è bello esser giovani,
ce ne accorgiamo poche volte.
Una nube lontana ci insegue
proprio come la vecchiaia, ma
il nostro sguardo vaga altrove.
Pensiamo il futuro lontano,
una noia infinita aspettarlo,
arriverà e non ci interesserà.
Quale errore, o noi sciocchi!
Sentiremo il respiro mancarci
e imprecheremo alla sfortuna,
respingeremo la maledetta e
annasperemo senza risultato.
Prendiamo atto da ragazzi
di come saremo assai presto,
perché veloce scorre l’età;
un respiro profondo e ci siamo. 
Diventiamo saggi da subito,
volgiamo lo sguardo alla nube.
La vedremo vaporosa e limpida
che ci attende senza burrasca;
certo si allargherà e infine
spazierà per l’intero azzurro,
ma senza farci temere ciò
che nasconde oltre se stessa.  



  
 
VOLER VIVERE, IL MASSIMO DESIDERIO
 
Uomo malato, inguaribile,
che cura i suoi simili
senza dar loro speranza;
inutile ogni sforzo perché
il fuoco interiore s’è spento.
Vale la pena di vivere?
Senz’altro sì perché si vive
CON gli altri e non PER loro.
Si abbia il senso dell’uomo
pur se esso porta una pena.
Ci sono esseri di piena gioia
che si ravviva ogni istante;
l’animo nostro di fori zeppo
la riceve e intorno la sparge.
Lottiamo per vivere a lungo,
odiando sempre la morte.
Certo la becchina prevarrà,
ma non cancellerà in noi
l’ansioso senso della vita.
Questa avvolgeremo
nelle spire dell’amore,
che l’uomo senza speranza
non sente né conosce.
Stringiamoci come amanti
e gettiamo nel Buco Nero
i viventi per sola incuria.
La vita come ci sarà grata,
urleremo l’odio alla morte. 

Viviamo senza sognare

di Franco Nova

Quante speranze ormai vane,
mentre le molte già realizzate
protestano contro questa vita
che sempre avanza e declina.
Perché Faust raccontò bugie
creando così pure illusioni?
Il mal intenzionato mentiva
soltanto a se stesso, credendo
di alleviare la sua vecchiezza.
Ormai volgiamo lo sguardo
ai ricordi da noi colorati
per poter contenti sognare,
pur se mai essi ci daranno
più d’un bagliore di letizia.
Stiamo seduti a testa china
ed eventi e visi e paesaggi
sfilano e si disperdono laggiù,
dove tutto è luce e la memoria
cancella o gentile fa sfumare
tutto ciò che il rammentare
potrebbe renderci smarriti.
Non si può evitare il pensiero
di un futuro ormai privato
dei sospirati empiti di gioia.
La vita davanti a noi è niente,
ma non diversa è alle spalle
di fronte all’enormità che
tutt’intorno ci rende inutili
nell’Universo così stellato.
Eppure si vive, si fatica e
si valorizza anche il poco
che sempre siamo stati, noi
così sciocchi da vantarci.
Siamo detti umani, ognor illusi
d’aver infine eterna vita, priva
dei corpi sentiti ingombranti
mentre sono l’unico sollievo.
Addio fantasie, tornate in voi
nel tempo e nello spazio dove
mai avete ricevuto udienza.
Ma lavorate, datevi impegni,
pensate che ancor ci siete; e
vivere è meglio del sognare
l’eterno mai conosciuto e
d’una noia insopportabile.

Mia bella foglia

di Arnaldo Éderle

Mia bellla foglia che vibri nella tua aria
fresca nella mattina azzurra e viola come la mia
farfalla ferma sull’altra foglia dell’albero.
Oh, quanto mi piaci, quanto mi commuovi
quanto mi sfregoli sugli occhi la tua
pittura verde il tuo tenue e pacificamente
invadente pervadente nel lucido degli occhi
di chi ti guarda insistente insicuro
di vederti e inghiottirti
dentro le sue pupille aperte. Continua la lettura di Mia bella foglia