di Davide Morelli
Ho appena pubblicato uno stralcio di romanzo (“La gente per bene”) che ha per tema il problema della mancanza del lavoro o della sua precarizzazione; e arriva un altro racconto sullo stesso tema. Vedo pure che lo stesso tema è oggetto d’attenzione di uno studioso come Alessandro Visalli (qui e qui). Non esito perciò a pubblicare di seguito al testo di Francesco Dezio il racconto di Davide Morelli. Per dare risalto alla questione del lavoro e far notare, come segno dei tempi (bui), che soltanto allo strumento ambivalente (perché consolatorio e di testimonianza) della scrittura e della letteratura sono costretti a ricorrere quanti vivono sulla loro pelle un problema non personale ma sociale e politico, che in altri tempi riusciva a scuotere sindacati, partiti, intellettuali e opinione pubblica. Difficile è oggi passare dai cahiers de doléances privati o letterari all’organizzazione di un discorso pubblico non genericamente populistico ma di rivendicazione collettiva ragionata (cosa che non è – sia chiaro – la chiacchiera attuale sul reddito di cittadinanza). Il primo passo, comunque, è non chiudere gli occhi, ascoltare tutti i balbettii che salgono dai singoli umiliati ed offesi, riuscire ad immaginare anche il silenzio dei tanti che sono stati dimenticati non solo dai governanti ma anche da quanti un lavoro o una pensione ce l’hanno. [E. A.] Continua la lettura di Disoccupazione