di Ennio Abate
Per diffidenza verso le celebrazioni in preparazione per il prossimo 25 aprile, che verrà di certo presentato come il 70° anniversario della indiscutibile “liberazione” , pubblico questa mia vecchia riflessione. La presentai in uno dei gruppi di lavoro del Congresso ADI, Rimini 21-24 sett. 2005, al quale ero stato invitato ma i suoi organizzatori non si degnarono poi d’includerla negli Atti ufficiali senza darmi alcuna spiegazione. In assenza di un ripensamento radicale e profondo della storia del secondo Novecento, urgente ma quasi impossibile nell’attuale degrado politico e culturale in cui siamo stati cacciati, preferisco attestarmi su quanto sono riuscito a pensare della Resistenza sulla base dello studio di autori oggi del tutto dimenticati se non messi al bando. E’ l’unico modo per me ancora valido di onorarla. [E.A.]