di Giuseppe Muraca
Questo ritratto fa parte di un testo più ampio scritto nel 2011 e ora rivisto, che riguarda l’attività e l’opera dello studioso lucchese Continua la lettura di Ritratto di Romano Luperini da giovane
di Giuseppe Muraca
Questo ritratto fa parte di un testo più ampio scritto nel 2011 e ora rivisto, che riguarda l’attività e l’opera dello studioso lucchese Continua la lettura di Ritratto di Romano Luperini da giovane
di Giuseppe Muraca
Sono entrato in contatto con Attilio Mangano alla fine del 1989, in seguito alla pubblicazione del suo libro Le culture del 68 da parte del Centro di Documentazione di Pistoia. Avevo letto il suo libro Le origini della nuova sinistra (1979), che mi era piaciuto molto, e nel corso degli anni settanta lo avevo seguito come curatore della pagina culturale del Quotidiano dei lavoratori, il giornale di Avanguardia Operaia. La nostra grande amicizia è iniziata così: io gli ho scritto una letterina, accompagnandola con il dattiloscritto del mio libro Da Il Politecnico a Linea d’ombra, che stava per uscire, e lui mi ha risposto con un letterone pieno di entusiasmo elogiando il mio lavoro. Da quel momento è iniziato un rapporto di collaborazione e una fitta corrispondenza durati fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2016. Dopo la fine della rivista Classe (fondata da Stefano Merli), da parte dell’editore Bertani di Verona, lui aveva fondato, insieme ad un gruppo di amici, La Balena bianca, pubblicata dall’editore Pellicani di Roma. Dopo pochi mesi egli ha dato il via alla seconda serie di Per il 68, chiedendomi di affiancarlo nella direzione del bollettino, e io acconsentii. Ora, ho deciso di pubblicare queste lettere perché penso che abbiano una certa importanza culturale. Esse riguardano principalmente la preparazione e la pubblicazione del suo libro L’altra linea dagli editori Pullano di Catanzaro, di cui ero direttore editoriale. Attilio il libro non lo voleva fare perché aveva il timore di essere strumentalizzato da destra e da sinistra, ma io ho insistito fino a quando non sono riuscito a convincerlo. In effetti si tratta di un libro molto importante sulla Nuova sinistra italiana, magari da leggere insieme a Le culture del 68 e Le riviste degli anni settanta. Comunque, giudicate voi.
Scrap- book dal Web sulle elezioni del 4 marzo 2018
a cura di Ennio Abate
Questo numero 73, oltre ad articoli su socialdemocrazia, referendum sulla Costituzione, terrorismo e terrorismi, Cuba, poesie e recensioni, dedica 6 pagine alla figura di Attilio Mangano con interventi di Giuseppe Muraca (Chi è Attilio Mangano; La sinistra extraparlamentare e il “Quotidiano dei lavoratori”), Ennio Abate (Forse oscuri fratelli) e Maurilio Riva (Cosa farò da grande). Per informazioni scrivere a: mirella.pelizzoni@libero.it
di Giuseppe Muraca
Questo intervento di Giuseppe Muraca e il carteggio ad esso allegato permettono d’intendere meglio sia i precedenti della rivista “Inoltre” di cui ho parlato qui sia la varietà e vivacità delle spinte intellettuali che negli anni ’80-’90 hanno continuato a tentare di capire la crisi generale della sinistra socialista e comunista italiana evitando i facili pentimenti e il cospargimento di cenere sul capo, di cui ha dato prova di recente il l’ex “capo dei rifondatori” Fausto Bertinotti (qui). Spero di ospitare altri interventi di promotori di riviste di quei decenni e chissà di ritessere ancora un filo di ricerca comune. [E.A.]
Continua la lettura di Da “L’utopia concreta” a “InOltre”
di Ennio Abate
Date un’occhiata alla discussione su “2034???” (qui). Troverete che ruota stancamente attorno al dilemma “rifondazione o esodo”. Lo stesso che si presentò in “Inoltre”, una delle tante esperienze di rivista cui diversi di noi sul finire del Novecento parteciparono. Riflettere su questo ed altri tentativi di riviste (io penso a quelle che ho più seguito negli ultimi tempi: “il gabellino”, “Qui. Appunti dal presente”, “Dalla parte del torto”, “L’ospite ingrato”, ma altre si potrebbero aggiungere), più che a lanciare avvertimenti o appelli, serve forse a sottolineare, al di là sia della retorica “cooperativistica” che di quella “individualistica”, l’indispensabilità dell’arduo confronto tra “dissimili”. E’ questa tuttora – a me pare – la questione aperta – non solo qui su «Poliscritture» (cartaceo e sito) – per quanti non si rassegnano a lavorare su temi culturali e politici né in una sorta di clausura eroica o compiaciuta del proprio ‘io’ né intrupparsi nei tanti falsi ‘noi’ continuamente riproposti dai mass media e dal Web. (E.A.)
Continua la lettura di Quelli della rivista «INOLTRE» (1996-2003): Luciano Della Mea