Archivi tag: Giuseppe Pinelli

Anni ’70: memorie non condivise degli sconfitti

a cura di Ennio Abate

Stamattina su FB sopra  questa foto del commissario Luigi Calabresi, ucciso il 17 maggio 1972  a Milano  vicino alla sua abitazione, mentre si avviava alla sua auto per andare in ufficio, ho letto la riflessione di Lanfranco Caminiti:

alzi la mano - chi, tra i militanti rivoluzionari della mia generazione, non abbia considerato un atto di giustizia l'assassinio del commissario calabresi, cinquant'anni fa. non è una chiamata in correità, la mia - un atto di onestà, direi. poi, possiamo dire, oggi, che quella fu "la madre di tutte le battaglie", che eravamo accecati di ideologia, che ci stavamo infilando con tutte le scarpe in un tunnel lungo e buio da cui non saremmo più usciti, che eravamo folli e sanguinari, che stavamo diventando o saremmo diventati uguali e peggiori dei nostri carnefici - sì, carnefici, se ricordiamo la strategia della tensione. e che, vivaddio, abbiamo perso. ma quel giorno - alzi la mano, chi non lo considerò un atto di giustizia

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Da “Sognavamo cavalli selvaggi”

di Luca Visentini

Sette  brani + Appunti di lettura di Ennio Abate

L’11 marzo

L’aula A della facoltà di Fisica è stracolma di operai, di studenti medi e degli stessi universitari. Siamo lì preconcentrati in più di cinquecento. C’è il tempo per una breve discussione, già tesa. Le indicazioni sono comunque chiare, il corteo sarà pacifico e autodifeso, nel senso che non provocheremo per primi la polizia ma risponderemo a un suo eventuale attacco. Continua la lettura di Da “Sognavamo cavalli selvaggi”

Il Tonto e Ilaria Cucchi  

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Dialogando con il Tonto (3)

 

Sono a casa, è sera. E’ stata una giornata faticosa. Ho dovuto fra l’altro resistere a un assalto del mio amico Tony che, può sembrare incredibile, è riuscito a scovarmi anche una delle poche volte che ho messo piede in un supermercato.

Tornato a casa ho svolto il mio lavoro usuale, leggere e così sono riuscito a tirar sera senza altre sgradevoli sorprese. Sono seduto sulla mia Monk, ma sì l’avvolgente poltrona inglese che ti da l’idea di essere una specie di nobile d’altri tempi, con fra le mani uno di quegli affascinanti volumi che ti permettono di vivere un quarto d’ora di sogno. Si tratta di un catalogo d’arte dedicato a , Hiroshige. Il maestro della natura, uno dei massimi interpreti dell’ukiyoe, attivo nel Giappone della prima metà del XIX secolo. Continua la lettura di Il Tonto e Ilaria Cucchi