Archivi tag: Golem

Rondini, Osterie e il Rinco. La realtà nei suoi teatri

di Rita Simonitto

Tra le piante del terrazzo rigoglia un Rincospermum, arbusto sempre verde detto anche ‘falso’ Gelsomino. In certe giornate, vedere la sua chioma esuberante che deborda dal vaso già abbastanza capiente mi infastidisce. Allora gli dico: “‘ahò, a Rinco, ma ‘ndo vai?”. Ma nello stesso tempo mi rendo conto che lui figura come un mio punching ball su cui riversare i fastidi che provo verso chi, zitto-zitto, quatto-quatto, si appropria di spazi altrui. Continua la lettura di Rondini, Osterie e il Rinco. La realtà nei suoi teatri

Per ricordare Angelo Maria Ripellino

 

Raccolgo l’invito di Antonio Sagredo a ricordare  A. M. Ripellino (1923-1978), del quale il 21 aprile ricorre il 40° anniversario della morte. E propongo alcune sue poesie che ho tratto dai blog Poetarum silva e Carteggi letterari , Camera, una poesia dello stesso Sagredo che rammemora la Praga del Seicento e, infine, un magistrale saggio del 1974 scritto dal troppo dimenticato Cesare Cases, che rifletteva in modi critici proprio  sul fondamentale e famoso  Praga magica di  Ripellino uscito nel 1973. [E. A.] Continua la lettura di Per ricordare Angelo Maria Ripellino

e = -1

dell'aquila borgesiano

di Salvatore Dell’Aquila

Hay, entre todas tus memorias, una
Que se ha perdido irreparablemente;
No te veràn bajar a aquella fuente
Ni el blanco sol ni la amarilla luna.

(J.L.Borges, Lìmites)

Conobbi D.F. una domenica di luglio, era mezzogiorno forse, a Roma nell’anno 2005, in circostanze definibili come fortuite, sebbene in seguito il progredire del nostro rapporto trovò il modo di strutturarsi in poco tempo in una forma più solida, in grado di resistere efficacemente per qualche anno, fino all’interruzione traumatica che ne fu l’esito.
La canicola, che nelle grandi città a quell’ora e in quel periodo dell’anno arriva a essere perfino minacciosa, oltre che coadiuvante nell’insorgere di sospese allucinazioni, insisteva su uno dei tanti banchi di vecchi libri nel mercato di Porta Portese.
Là eravamo entrambi, ancora ignari l’uno dell’altro, a compulsare volumi usati, più o meno vecchi, esposti inelegantemente, inconsapevoli di comporre un simulacro minimo, neppure simbolico, di bouquinerie orfane della Senna anche se non lontane dal meno vanitoso Tevere. Continua la lettura di

e = -1