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Su amore, illusioni, vita

di Franco Nova

AMORE, MA DISTRATTO
 
Il cane lupo mi copriva di ululati
per lui ebbri canti d’amore.
Avrei voluto farli anch’io e
dirigerli alla mia adorata,
tutta presa da altri pensieri
per nulla affatto a me rivolti.
Marcato è il sentiero verso lei;
non lo vede e meno ancora
nota la mia presenza in cammino
in quello spazio per me desolato.
Sarà sempre la donna amata, 
ma altri pensieri mi assilleranno
per nulla affatto ad essa rivolti.
Questo è l’amore di chi pensa
e lascia a lato tutti i sentimenti,
sempre ben nutriti e pur miseri.




LA VITA CREA FRAGORE
 
I tuoni inseguono sempre i lampi
ma restano decisamente indietro.
Eguale la mia sorte nell’inseguire
la donna uscita veloce da una porta
e salita sulla Ferrari di un danaroso.
Non fu poi difficile ritrovarla
pur con il dovuto ritardo; e lui
restò il vivido lampo ed io il tuono,
tanto fragore feci infatti per nulla.
Allontanai lei dal mio cuore,
la vittoriosa creava solo focherelli;
fui uno dei tanti e il lampo
mai s’accorse dei molteplici tuoni.
Ho imparato così ad amare e a
irridere i lampi che terrorizzano
creando a volte disastrosi incendi.
Pure in natura ci sono i presuntuosi
che godono della loro supremazia e
dell’incutere senza sosta la paura.
I tuoni segnalano il vicino piacere
da cui gli indifferenti si allontanano
mentre s’alzano gemiti d’amore

 
MAI ILLUDERSI
 
Quanti pensieri e illusioni
fanno schizzare i neuroni
di un cervello guizzante.
Sentieri sassosi sono davanti
e alla fine c’è un alto muro;
forse al di là continua la via
che ci condurrà ad una fossa.
Non ci s’intende con il destino
sempre a noi del tutto ignoto,
luci e ombre laggiù in fondo.
Nulla distinguiamo nel caos
che s’ordinerà imprevisto
per imporci le sue scelte
quasi sempre indesiderate.
Alla fine di una breve via
un gran groviglio di arbusti
e dietro la testa cascante del
vecchio che zoppica, incerto
sulla direzione da prendere
per godere della calma
cui noi tutti aspiriamo. 

 
SEMBRA VICINO, MA NON E’
 
Incerti rumori avvertono che vicino
sembra il piacere da  noi desiderato.
Gli amorfi e inutili nulla sanno e
sentono, non odono il grido d’amore.
I rumori così futili e prepotenti
vogliono deriderci per la speranza
d’incontrare tra le nuvole le
persone che furono per noi la vita.
Non ci hanno capiti; sappiamo
che non ci sono anime carezzanti,
l’amore paragoniamo non al rombo
bensì alla luce che penetra le nubi.
E’ la luce che irrompe da noi e
non la vedremmo senza il ricordo
di quelle giornate tempestose,
in cui stavamo uniti senza sosta.
Il tumulto della perfida tempesta
ci univa in una grande aureola,
che poi spariva mentre noi
restavamo come somma d’amore.
Ad ogni istante proviamo l’estasi
che ci potrà essere tolta solo
quando infine il Nulla ci coglierà.