Nei confronti della comunicazione e del discorso di massa occorre aumentare il grado di consapevolezza che ogni comunicazione (e tanto più quanto più è di massa) non è né immediata né spontanea né naturale, ma sempre non naturale, non spontanea, mediata, storicamente determinata.
…nel nostro paese, come in tutte le nazioni cosiddette avanzate, è stata seguita la via [della] distruzione dell’efficacia dei messaggi mediante la loro liberalizzazione, la loro moltiplicazione…
3.
In via di principio non posso essere contrario a dilatare l’accesso alla comunicazione; a condizione che non si abbia inutile rispetto “democratico” per la imbecillità. Non abbiamo forse ascoltato, in riunioni e trasmissioni, il periodico richiamo a “lasciar parlare tutti”? Ci siamo accordi che non sappiamo, in nome della democrazia, come fare per togliere la parola agli idioti e ai provocatori?
(Da Franco Fortini, "Il mito dell'immediatezza" in "Un dialogo ininterrotto. Interviste 1952- 1994", pagg. 206-215, Bollati Boringhieri, Torino 2003)