Archivi tag: immigrati

Un sindaco socialista

APPUNTI PER UN RITRATTO POLITICO DI FRANCESCO GIALLOMBARDO

Salutano 
i miei immigrati
contenti degli stracci più colorati
che dopo anni di cottimo
hanno indossato

(E.A.,Samizdat Colognom, Ed.CELES, gennaio 1983)

di Ennio Abate

Non dovrei essere io a scrivere questo profilo politico di Francesco Giallombardo, sindaco socialista di Cologno dal 1980 al 1985, da tempo isolato, dimenticato e scomparso il 30 dicembre (2021) scorso. Lo avrebbero dovuto scrivere i suoi amici di partito o i suoi avversari politici o l’attuale sindaco, Angelo Rocchi. Ma parlare di Giallombardo significherebbe tirare in  ballo la questione della sinistra a Cologno Monzese e del suo ruolo controverso nella storia di questa città: un argomento scomodo se non scottante. E, perciò, quasi tutti si sono limitati a reticenti e sbrigativi RIP. Continua la lettura di Un sindaco socialista

Giornalisti per passione e CPR impenetrabili

di Annamaria Locatelli

Pubblico nello spazio della mia rubrica l’articolo di un giornalista della rivista on line Pressenza Italia, Andrea De Lotto. Mi piace molto come e cosa scrive questo giornalista, che in una particolare occasione ho conosciuto e mi ha autorizzato a riprendere il suo scritto. L’articolo parla dell’istituto molto contestato del CPR. Ad esso ho accennato  in una  mia poesia  (qui). (A. L.)

Siamo un po’ “Bocca di rosa”. Noi di Pressenza non facciamo i giornalisti né per noia, né per professione, lo facciamo per passione… e per etica.
Così cerchiamo di capire, ci addentriamo, a modo nostro “abbiamo tempo”. Essendo volontari, abbiamo poco o tantissimo tempo; dipende solo da noi, da quale è la nostra spinta. Continua la lettura di Giornalisti per passione e CPR impenetrabili

«Viva la sinistra» di Alessandro Dal Lago

 Letture in quarantena (5)

 di Donato Salzarulo 

Questa “Lettura d’autore”, annunciatami  da tempo dall’amico Salzarulo che la stava completando, capita nel pieno dell’acceso dibattito  scaturito dagli interventi di Luciano Aguzzi e dalle repliche ad essi (qui e qui). E’, però, una riflessione  autonoma e approfondita di un libro; e come tale va considerata. Al di là delle prese di posizione implicite o esplicite  che indirettamente dà ai dilemmi, agli aut-aut, alle ambivalenze con cui stiamo facendo i conti. Anche se, come suol dirsi, aggiunge altra (o troppa) carne al fuoco già acceso, mi parrebbe immotivato  rinviarne la pubblicazione [E. A.] Continua la lettura di «Viva la sinistra» di Alessandro Dal Lago

Presepe dei pupi proletari

di Ennio Abate

SAMIZ/LO SCRIBA OPERAISTA

I

Lo Scriba si ritrovò fra le mani un libro degli anni settanta. Roba superata. Parlava di argomenti epici e penosi ad un tempo: di lotte operaie. Nei giorni precedenti aveva letto alcuni saggi raffinati (di Zanzotto, Barthes, ecc.). Come brillavano quei giri di frase. Con quale acutezza si polemizzava contro un’intera tradizione, nota all’autore a menadito. Quale clima di raccoglimento spirituale, effimero, ma piacevolissimo, anche se si evocava la Morte. E lui, leggendo, aveva partecipato – sia pur in solitudine e ignoto – al Grande Discorso Letterario.

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La percezione

 

di Marisa Salabelle

Per capire qualcosa della mentalità distorta che dilaga mi sembra utile parlare con gli amici di una vita, quelli che non crederesti mai potessero condividere certe idee, quelli con cui hai condiviso da sempre certi valori. All’improvviso queste persone ti disvelano un nuovo modo di pensare, di sentire le cose, che non ti saresti mai aspettata da loro. Da altri sì, ma non da loro. Continua la lettura di La percezione

Colognosità

2015 Quartiere Cristina Cologno

Stralcio da “Narratorio”

di Ennio Abate

Le trattative

A parlare col prete. Poi dalle monache. Accettarono di farci stare coi ragazzini del Quartiere Stella nel giardino della loro scuola materna in Corso Roma. Così durante la mattinata potevano giocare e fare colazione. Poi ancora a trattare. Col sindaco C., il bassotto mingherlino Continua la lettura di Colognosità

La storia/le storie

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di Eugenio Grandinetti

La storia

La storia dei personaggi importanti,
degli eventi memorabili, la sequenza
di guerre tra gli stati e dei trattati
di pace stipulati tra i soliti potenti
mentre restano i rancori degli umili,
la storia di cui resta memoria Continua la lettura di La storia/le storie

I barbari

barbari  eugenio

di Eugenio Grandinetti

[Questa poesia di Eugenio Grandinetti è sconsolata, carica del malore che l’individuo oggi vive di fronte ai mutamenti minacciosi che non è in grado di controllare. Fantasmi di violenze arcaiche si mescolano con le immagini imposteci dalla TV e dai giornali dei “nuovi barbari”, gli immigrati «clandestini che sbarcano/a centinaia nella notte/protetti dall’oscurità». Un’umanità sconosciuta che sopravvive, quando ci riesce, nella desolazione e nel rischio. Ma che mette paura e induce alla chiusura altra umanità che, disagiata o in crescente difficoltà per la crisi, si va chiudendo in difesa: «non c’è/modo di liberarsene/se non starsene a casa/chiusi come in un carcere». Carceri a cielo aperto per loro, casa mutata in carcere o fortezza per noi, dunque? Vie d’uscita non se ne vedono. Anche perché l’individuo sente  di essere minacciato non solo da loro – i barbari, i clandestini, gli immigrati – ma anche da quelli che parrebbero più simili a lui: i veri padroni di uno spazio che solo con una forzatura può essere ancora chiamato la «nostra terra». E costoro furono pur essi in passato barbari, invasori e predatori ora però legalizzati e legittimati («perché agiscono/ secondo legge») e inattaccabili. La sconsolatezza si coglie anche nella forma del componimento: la versificazione è irregolare; il lessico basso, cronachistico, scabro; il ritmo fluente ma monotono e senza pause. Tutto va decisamente, come una buona parte della poesia d’oggi, verso la prosa, fino a confondervisi quasi. (E.A.)]

Come barbari che invadono
con violenza, che abbattono
mura e schiere
di difensori, che irrompono
nelle case e depredano
e stuprano ed uccidono; Continua la lettura di I barbari