Mi piace aprire questo post con le ultime parole di un recente commento [qui] di Giorgio Mannacio: «ci muoviamo nel campo della Politica […] che va recuperata in tutti i suoi migliori aspetti. Lo riconosco: è la scoperta dell’uovo di Colombo e tutto il mio discorso è una sorta di meditazione personale ridotta in scrittura. Tre motivi suonano in essa: 1) siamo tutti eguali; 2) non uccidere; 3 ) al di fuori dei primi due la Politica è barbarie. Buon Natale». Anche se, nelle attuali circostanze, più che valori condivisi e praticati i tre punti mi appaiono auspici purtroppo smentiti dalle guerre occidentali in corso e dagli atti terroristici – ultimo quello di lunedì sera 21 dicembre 2016 nel mercatino natalizio di Breitscheidplatz a Berlino – che ad esse rispondono in un vortice inarrestabile di follia e oscuri disegni. Ancora un Natale insanguinato, dunque.
La scelta dei tre testi che seguono è dovuta al caso. Quello iniziale in prosa di Pasquale Balestriere mi ha offerto lo spunto per il post: presenta – sue parole – un Natale «visto con gli occhi ingenui e paesani di una memoria bambina, quindi innocente e (quasi) fuori del tempo». Il secondo di Giorgio Mannacio coglie con sarcasmo e disincanto la realtà desacralizzata dei Natali cittadini. E, infine, quello di Armando Tagliavento, il bidello-scrittore che ancora voglio ricordare in questa occasione, mugola la disperazione solitaria e violenta di tanti ignoti, sbandati e poveri, alle prese col freddo nelle vie luccicanti e ostili delle metropoli. Continua la lettura di Natalizie