Archivi tag: Lplc

Appunti di giornata su FB (1)

di Ennio Abate

4 APRILE 2024

ADRIANO SOFRI

Ennio Abate

“Allora, da dove può venire una convalescenza? Penso che possa venire solo dagli uomini “vecchi”, da chi abbia sperimentato fino in fondo il vicolo cieco dell’oltranzismo e si ricreda:” (Sofri)

Lei dimentica i danni di quell’*oltranzismo* dei vecchi capi “pentiti” (?) e dà il lasciapassare a quello degli attuali “sergenti” diventati “generali”. Anch’essi si “pentiranno”- stia sicuro – ma dopo aver fatto il loro “dovere”.

5 APRILE 2024

DOPO AVER LETTO “l’URLO E IL FURORE” DI W. FAULKNER E AVER ASCOLTATO LA CONFERENZA DI EZIO PARTESANA (QUI)

E PAVESE? PAVESE/FAULKNER
https://www.ajol.info/index.php/issa/article/view/158781
Dopo una breve rassegna delle reazioni alla produzione di William Faulkner in Europa, l’articolo analizza la ricezione di Faulkner in Italia, gli atteggiamenti mostrati da critici e intellettuali italiani nei confronti della sua narrativa e le diverse strategie che sono state adottate nella traduzione in italiano delle sue opere più importanti negli anni. Cesare Pavese, il cui interesse per la letteratura statunitense è noto, sembra non aver prestato grande attenzione a William Faulkner e il suo rapporto con lo scrittore statunitense si fonda soprattutto sulla recensione (negativa) di Sanctuary e sulla traduzione del romanzo L’Amleto (1940) come Il borgo (1942).

IDA DOMINJANNI
Ennio Abate

Ma c’è ancora bisogno di leggere “Frames of war” per concludere che ” è proprio una débacle”? Nel “nel regime di guerra” viviamo solo da “oggi”? Ex Jugoslavia, Guerra del Golfo, Libia, Afghanistan? Tutto dimenticato? Non sarebbe da chiedersi da quanto data questa débacle? E da ricordare che prima della caduta dei “tanto sbandierati valori europei e occidentali” c’è stato il tracollo dei tanti sbandierati valori della Sinistra da parte di buone parte della Sinistra stessa confluita da tempo “nel mainstream guerrafondaio”?

P.s.

https://www.poliscritture.it/…/composita-solvantur-2024/ 

Ida Dominijanni Ennio Abate veramente io lo scrivo da più di vent’anni

LPLC/ GUIDO CATALANO, PRESO SUL SERIO

Giovanni

Uno sguardo acuto sulla scena poetica italiana contemporanea

Ennio Abate 
(commento censurato dal LPLC)
A me, invece, pare uno sguardo compiaciuto e complice sulla Nuova Prostituzione Poetica.

DORIANO FASOLI

Ennio Abate

” orrenda pasta fradicia. Marzapane intriso d’olio, cioccolata fumante con dentro fette di salame. Panna montata di stucco, crema d’oro falso”

Qualcosa non mi quadra: sono state usate troppe immagini per criticare l’Immaginifico…

 

7 APRILE 2024


SALVO LEONARDI

Nel vedere questo documentario mi sono inevitabilmente chiesto se e quale analogia vi possa essere fra la vicenda irlandese e quella palestinese. Non poche. E infatti è notorio il legame fra i due movimenti di lotta. Che hanno ad esempio portato il governo di Dublino ad associarsi a quello di Pretoria nel chiedere al Tribunale dell’Aja l’eventuale genocidio a Gaza. Ora, l’Inghilterra condusse contro L’IRA una guerra senza quartiere. In reazione a quella con e sin dentro l’Inghilterra, da parte dell’IRA. Una guerra dura, di occupazione, con i soldati della RUC (Royal Ulster Constabulary) dispiegati ad ogni angolo di Belfast e Derry. La guerra sporca dell’intelligence, MI5 ed MI6. Le leggi dell’emergenza. Le sentenze sommarie, come quelle famigerate contro i 6 di Birmingham. Le prigioni H-Block e la carcerazione speciale. Contro una organizzazione paramilitare micidiale e spietata. In grado di provocare circa 1.300 vittime, fra bombe indiscriminate e assassini mirati. Che arrivò a un soffio dall’eliminare persino Margaret Thatcher. Sempre con un sostegno diffuso e di massa, al di que e al di là del confine con la Repubblica. E tuttavia, nulla del genere uguaglia l’operato di Israele in Cisgiordania e Gaza, nei decenni. I rastrellamenti sommari non furono mai come quelli dell’IDF. Mai una abitazione di un militante venne demolita. Un’intera famiglia punita per rappresaglia. Nessuna azione osò mai e poi mai violare i confini e la sovranità dell’Eire, da cui notoriamente partivano molte delle incursioni dei Provisionals. E in cui subito dopo rinculavano. Il sostegno ai gruppi unionisti protestanti, incomparabili a quelli offerti sfacciatamente ai coloni. Nessun leader del braccio politico Sinn Fein fu fatto fuori in auto da un razzo telecomandato. O magari avvelenato, in puro stile putiniano. E i suoi leader storici, eletti persino a Stormont (il vecchio parlamento nordirlandese) e a Westmister, potevano regolarmente portare a spalla, e a viso scoperto, le bare dei capi militari dell’IRA, che avevano piazzato bombe e ucciso nei pub e centri commerciali di Birmingham, Londra e Manchester. Alla fine, proprio con loro, e persino coi più efferati autori diretti di quegli attentati, avrebbe negoziato e siglato gli accordi pace della Pasqua 1998. Con lo Sinn Fein oggi al governo sia a Dublino che a Belfast.

Ovvio; ci sono state delle differenze e pure significative. Ma di certo, in Israele, sarà bene che prima o poi si studino per bene la lezione anglo-irlandese.

 

8 APRILE 2024

PIERLUIGI FAGAN

Laddove s’intende io faccia analisi e scriva di geopolitica, spesso in realtà mi avvalgo di un tentativo di nuova disciplina che non altrimenti si dovrebbe chiamare MONDOLOGIA. Se ne è vista forse la concreta applicazione recente nelle analisi poi culminate del Trittico mediorientale.

E’ una disciplina che ritengo oggi viepiù necessaria, basata sull’impostazione M-I-T-disciplinare (Multi-Inter-Trans), parte strutturale del metodo sistemico-complesso applicato all’oggetto e fenomeno del mondo.

Io non amo particolarmente il termine geopolitica e il suo uso eccessivo soprattutto aggettivato come un prezzemolo. Ben vengano quindi approcci più complessivi all’interno dei quali la geografia politica e i fattori di potere in un determinato spazio sono configurati come una variabile tra le altre. Grazie ancora! PS So che ogni tanto fa degli interventi su qualche canale YouTube. Mi piacerebbe tanto una volta conversare con lei sul quadrante mediorientale e, soprattutto, sull’area del Mar Rosso e del Corno d’Africa. Sono un ragazzo dell’Eritrea e da poco ho completato gli studi in relazioni internazionali e cerco di approfondire quella parte di mondo.

Ennio Abate

A MO’ DI ESORCISMA E INCORAGGIAMENTO:

Al mondo di Andrea Zanzotto.

Mondo, sii, e buono;
esisti buonamente,
fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che ogni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso.

Io pensavo che il mondo così concepito
con questo super-cadere super-morire
il mondo così fatturato
fosse soltanto un io male sbozzolato
fossi io indigesto male fantasticante
male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu «santo» e «santificato»
un po’ più in là, da lato, da lato.
Fa’ di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,
fa’ buonamente un po’;
il congegno abbia gioco.
Su, bello, su.

Su, Münchhausen.

ADRIANO SOFRI

Neri Paolo

Caro Adriano, il costo del massimalismo politico abbracciato dalla classe dirigente post-Majdan si è rivelato altissimo: anziché traghettare il paese verso il regno promesso del benessere e della prosperità, la scelta dell’integrazione euroatlantica quale unico strumento di sviluppo del paese ha trasformato l’Ucraina da terra di frontiera in campo di battaglia, e quindi, in landa desolata da cui sono fuggiti oltre 14 milioni di persone, tra rifugiati e sfollati (su una popolazione di 41). Del resto non è solo “colpa” dell’Ucraina. Nell’aprile 2022 infatti essa stava per firmare un accordo con la Russia che avrebbe posto fine alle ostilità in cambio della neutralità ucraina. Fu Boris Johnson precipitarsi il 9 aprile a Kiev per chiarire a Zelens’kyj che “anche se l’Ucraina è pronta a firmare alcuni accordi sulle garanzie con Putin, noi (l’Occidente collettivo) non lo siamo”.

Quella di Mosca è una ribellione all’ordine internazionale americano, e gli americani volevano approffittarne per indebolire l’ “impero” russo. La guerra finanziata dall’Occidente invece sta distruggendo l’Ucraina. Traducendosi in un inconcludente bagno di sangue alleporte d’Europa. Nessuno gongola. Forse qualcuno ha gongolato troppo prima, anche se bastava non essere ciechi volontari per capire che la sproporzione di forze era tale da rendere inimmaginabile un risultato diverso. Chi voleva vedere lo vide da subito. Lei è stato tra quelli che non hanno voluto vedere


LANFRANCO CAMINITI

il “piano” di trump per chiudere la guerra d’ucraina – svelato dal «washington post» – ovvero: cedere il donbas e la crimea a putin, è spaventosamente uguale a quello dei pacifisti italiani e d’ovunque. è anche uguale a quello dei più smaccati filoputiniani come dei più mimetizzati. costringere gli ucraini alla resa: basta non dare loro armi (c’è chi – come i 5stelle, come i santoro e i la valle, come varie declinazioni “di sinistra”, con pericolose sbandate della schlein – ne ha fatto una vera e propria “linea politica” identitaria) e aiuti per resistere, e è fatta. come sta accadendo. naturalmente, il tutto viene declinato per non spargere ancora sangue ucraino, dando per acclarato che l’irrompere delle truppe russe avverrà portando fiori nei loro cannoni. come già a bucha, d’altronde.

DAI COMMENTI

Giulia Borelli  Per fortuna, al momento, la nato è più cauta di voi tre intelligentoni.

Chicco Galmozzi Giulia Borelli non ti facevo cosi cogliona…

Giulia Borelli Chicco Galmozz lo sono, lo sono

 

 

Un commento su LPLC

COME CI SIAMO ALLONTANATI (ANCHE DA FORTINI)

di Ennio Abate

«E questo ci permette anche di vedere chiaramente cosa ci divide da lui. L’omogeneità lineare e accelerata del tardo capitalismo abita le nostre menti come una seconda natura. Lo abbiamo visto in questi anni di pandemia: al netto dei traumi subiti, far fronte alla catastrofe ha significato ristabilire quanto prima la possibilità che il futuro sia in continuità con il pre-catastrofe. […] Ciò significa che anche i vivi dovrebbero avere la capacità di porsi in attesa: ma questo può avvenire se vi è una visualizzazione del futuro, un’ipotesi da immaginare. Noi cosa attendiamo? (Bernardo De Luca, qui)

Eppure «l’omogeneità lineare e accelerata del tardo capitalismo» c’era anche ai tempi di Panzieri e Fortini. Come mai non abitava quelle menti «come una seconda natura» come abita oggi «le nostre menti»?
Suggerirei a LPLC2, visto che a settembre festeggia i suoi  dieci anni, di passarsi la mano sulla ideologia postmoderna che è imperversata nel 99% degli articoli pubblicati. (E basti contare gli articoli dedicati in questi altri “dieci inverni” a Fortini).

P.s.

@  Bernardo De Luca
A  questo link (qui) una mia lettura del 2004 quasi sullo stesso tema della sua lectio magistralis (per un eventuale confronto-dialogo) e qui sotto lo stralcio delle mie conclusioni di allora:

«Si dirà che forse è sbagliato chiedere ai testi di Fortini del ’90 o  precedenti delle indicazioni politiche concrete e per una situazione ancora più deteriorata. O che egli non fu un politico puro.  Ma di sicuro in quei testi ci sono antidoti validi contro la cancellazione  della memoria storica di qualsiasi tradizione del comunismo, contro la sua riduzione a pura aspirazione o nostalgia o contro l’annebbiamento ideologico del capitalismo, che sarebbe diventato soltanto un «enorme guazzabuglio» e   si sarebbe «annullato diventando tutto» (Sofri). E anche contro la riduzione della politica a «militarizzazione o ceto politico autoriproducentesi»  (Rossanda).

Dobbiamo sapere che tanto silenzio non è legato a fattori contingenti. Quello calato su di lui è in buona parte lo stesso silenzio che incombe oggi sulle “rovine” del socialismo/comunismo, di cui egli chiese invano negli ultimi anni di vita un “buon uso” da parte della Sinistra italiana.

E proprio perché “lo scandaloso Fortini è così intrecciato con la storia – non solo culturale e non solo italiana – del Novecento” (Bonavita) e la storia del Novecento è stata scossa dai tentativi comunisti, a cui egli legò le sorti della sua persona e delle sue opere, dobbiamo anche sapere che quel silenzio non si romperà, se  non si riporranno in forme nuove e per il momento incognite quei problemi affrontati nelle esperienze comuniste.

Nel frattempo le nostre riletture dell’opera di Fortini dovrebbero evitare le  trappole dell’imbalsamazione o dei dissezionamenti. Non mi pare possibile ritagliare la sua figura dal difficile ripensamento della storia del comunismo.

Qualcuno, però, potrebbe obiettare col cinismo oggi di moda: “Ma dai, Fortini sarà stato comunista, ma il comunismo è morto, quindi anche una parte di Fortini è morta. Salviamo il poeta, il saggista intelligente, il polemista acuto; e lasciamo da parte il suo comunismo, il suo abbaglio, la sua fede. Viva è la sua poesia, come viva ancor oggi è la poesia di Dante.  Morta è la sua ideologia, come morto è il cattolicesimo di Dante”.

Direi  che bisognerà respingere questa semplificazione: troppo essenziale è, a mio avviso, quel legame fra Fortini e la vicenda comunista del Novecento, pur da lui declinata esistenzialmente in modi particolari. Un Fortini poeta e basta, un Fortini senza la sua volontà di essere comunista, da collocare in un contesto modernizzato e ipertecnologico  sarebbe  una decorazione, come lo è stato Dante in epoca moderna.

Meglio, allora, che resti anche lui un marziano: inattuale,  classico, ecc. piuttosto che alloggiato nei loculi predisposti per i “cattivi maestri” su Internet. Se arriveranno dei marziani comunisti, lo riconosceranno e tornerà a parlare.»

Ennio Abate 6 settembre 2004

Le cose e le parole

Fine del mio rapporto con “Lplc”

di Dario Borso

Il 7 maggio 2017 passai al litblog “Le parole e le cose” un pezzullo su inediti di Enrico Gadda, fratello del più noto Carlo Emilio: me lo pubblicarono subito, e mesi dopo lo passai al “Sole24ore”, che lo ripubblicò domenica 27 agosto.

Continua la lettura di Le cose e le parole