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La curva d’autunno

di Donato Salzarulo

                                      Nella curva d’autunno
                                      c’è chi muore da solo.
                                      Intubato, affamato d'aria,                                           dentro una gabbia di vetro.

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Su Gianmario Lucini, CFR e Poliscritture

di Ennio Abate

1.

Quattro anni dalla morte di Gianmario Lucini, poeta, fondatore della casa editrice CFR e per tre numeri (dal 9 all’11) editore, collaboratore ed impaginatore  di Poliscritture (in cartaceo).  L’8 novembre scorso, grazie alla sua vedova, Marina Marchiori, e a Cristina Pianta, ho avuto modo di riflettere nuovamente sulla sua figura «poliedrica, contraddittoria, caparbiamente volta agli altri ed al futuro» (così ne scrissi nel 2004). E pure sul *noi* di CFR e di Poliscritture. Occasione: la presentazione presso la Biblioteca Sicilia a Milano de «L’impoetico mafioso», un’antologia di poesie su questo tema “civile”, nata dai suoi  legami con il Sud e dalla spola in auto (sulla “mitica rossa”, come la chiamavano i suoi amici) che Gianmario, instancabile, tra la montana Piateda e l’assolata Gioiosa Jonica. Continua la lettura di Su Gianmario Lucini, CFR e Poliscritture

“La forza di gravità” di Claudio Piersanti

                  Pubblicato nel giugno 2018        

di Angelo Australi                                 

Non si può certo dire che Claudio Piersanti sia uno di quegli scrittori che rimpastando temi di attualità produce un libro a stagione, tra La Forza di gravità ed il suo precedente, Venezia, il filo dell’acqua, sempre edito da Feltrinelli, sono trascorsi ben sei anni. Continua la lettura di “La forza di gravità” di Claudio Piersanti

L’eterna cronaca. Realtà e apparenza in “2666” di Roberto Bolaño

 

Questo saggio  dedicato   a Roberto Bolaño è tratto da una nuova rivista, «FIGURE» (http://rivistafigure.it/),  e viene pubblicato su POLISCRITTURE sia per farla conoscere sia per  iniziare, si spera, un dialogo con un bel gruppo di giovani, alcuni dei quali ho conosciuto lo scorso febbraio (2017) in occasione di una iniziativa su Fortini a Padova.  Anch’essi sentono l’esigenza di costruire – come  annunciano nell’editoriale – « un luogo di aggregazione e condensazione di senso».  La rivista  ha carattere monotematico; e il suo primo numero, che riflette su creatività e lavoro creativo, è suddiviso in tre sezioni: Mondi, con saggi sull’uso del concetto esaminato anche attraverso un’analisi retorica; Riflessi, che indaga  nella dimensione letteraria alcune problematiche contemporanee; Voci, che illustra il tema attraverso  alcune  interviste.  Il lavoro  di scrittura vuole essere  collettivo; e collettivamente gli autori del numero – li nomino tutti:  Emanele Caon, Filippo Grendene, Federico Quistelli,  Isacco Boldini, Filippo Gobbo, Giulia Spagna, Stefania Giroletti Giovanni Pontolillo, Francesco Rizzato ed Emiliano Zanelli  – si assumono la responsabilità di ogni singola parola. Buon lavoro a loro e a noi. [E. A.] Continua la lettura di L’eterna cronaca. Realtà e apparenza in “2666” di Roberto Bolaño

Politica del nemico

 di Ezio Partesana

 

La propaganda confonde spesso le cose, per convenienza e per effetto, ma più ancora impoverisce il linguaggio e i concetti, li riduce a uno e, quanto è possibile, a un poco meno di uno; poiché non deve mutare la realtà non è legata alla comprensione, ma il suo termine di riferimento sono le coscienze che deve far piombare nell’ignoranza, e dunque semplifica dove può.

Un esempio è l’uso della parola “terrorismo”. La violenza è accetta quando può essere ricondotta alla natura – sia essa un terremoto o il prezzo della manodopera immigrata – ma diventa un tabù non appena si rasenti la linea di confini che passa, invisibile oggi, tra le leggi del mondo e quella della giustizia.

“Terroristi” si chiamano a vicenda tutti quelli che sono in conflitto, perché “terrorista” è un termine spregevole, e essere un terrorista è una mala cosa. Sono terroristi gli Stati Uniti, i Palestinesi, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, Fidel Castro (anche se morto), i partigiani a mano a mano che non ne resta nessuno a chiedere conto, gli ebrei tutti, per definizione, e via seguendo con le multinazionali del farmaco o le Brigate rosse. Ora non è questione di etica della violenza: si può essere teneri come una colomba, ma anche le colombe hanno diritto a sapere di che cosa si parla. Vorrei allora proporre alcuni punti di riconoscimento, o un abbozzo di mappa, per navigare nelle notizie per lo più terribili che giungono, filtrate, a noi da ogni parte del mondo. E da casa nostra. Continua la lettura di Politica del nemico

Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere

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 di Giulio Toffoli

“Ma guarda te, se si può. – stava borbottando fra sé e sé Li Yu, mentre guardava una delle lettere che si erano raccolte negli ultimi giorni sulla sua scrivania – Da quanto tempo non sento più Wang Wei? Forse l’ultima volta ci siamo visti al tempo della Grande Rivoluzione Culturale e anche allora si trattò di un breve saluto del tutto occasionale.

Chissà cosa vorrà?” Continua la lettura di Sulla superstizione, il fondamentalismo e altre facezie del genere

Partita doppia

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Il “Prologo” del romanzo e una riflessione di Carla Benedetti

di Maurilio Riva

Prologo (7÷11)

Mi chiamo Marco Minnella ma non è di me che vi devo parlare. Mi accingo a narrarvi le peripezie di un amico carissimo. Ho detto amico ma, pur fre­quentandolo da più di vent’anni, non sono sicuro che sia la definizione ade­guata.

Un tipo inquietante come ebbi modo di descriverlo un giorno, senza inten­zioni spregiative. Indubbio che Remo fosse un inquieto. Apparteneva alla razza di coloro che si caricano sulle spalle i mali del mondo anche se non c’era persona che si fosse sognata di chiederglielo. Un agnello sacrificale. Continua la lettura di Partita doppia

La Fanciulla Rapita

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Tabea Nineo, La fanciulla rapita, carboncino 70×100, 1993 circa

 (da un dipinto di Ennio Abate)

di Ubaldo de Robertis

Dove fugge, di giorno, e forse, soprattutto di notte,
il giovane
favorito dalla stessa alternanza di ombre e luci,
/aspetti peculiari del ritratto/? Continua la lettura di La Fanciulla Rapita