Questa poesia è apparsa nella rubrica “Storia adesso” del n. 8 di POLISCRITTURE (dicembre 2011)
di Margherita Guidacci
L’ESPLOSIONE E LO SCAVO
Se il mondo deve finire in un rombo, questa ne è stata una valida prova.
Ha sussultato la città, le sue strade, in terribili istanti, sono parse quelle di un formicaio impazzito.
Ma più del rombo ci sgomentava il silenzio, in cui il rombo si era subito, per troppi, mutato.
Più della vampa sua compagna, nel maturo mattino di agosto,
ci sgomentava la notte immediata che troppi aveva inghiottito.
Più delle frane e dei crolli tra cui scavammo senza posa,
la compatta immobilità che là sotto, troppo spesso, intuivamo.
Più del rovente calore in cui esausti ci dibattemmo per cercare qualche vivo
l’irremovibile gelo di troppi nostri ritrovamenti.
E più dei corpi sfigurati che sollevammo in mezzo allo scempio
le anime sfigurate che lo avevano ideato e voluto. Continua la lettura di STORIA ADESSO. L’orologio di Bologna