di Donato Salzarulo
I La prima notte non ho chiuso occhio. L’ho avuto sempre nella testa. La mattina seguente due nuvolette sui monti passeggiavano indifferenti.Continua la lettura di Ventiquattro febbraio
di Donato Salzarulo
I La prima notte non ho chiuso occhio. L’ho avuto sempre nella testa. La mattina seguente due nuvolette sui monti passeggiavano indifferenti.Continua la lettura di Ventiquattro febbraio
di Cristiana Fischer
Niente è più bello di questa larga mattina luminosa, una calma piana in cui le bordure di alberi dividono i prati e i pendii degli uliveti, si intuisce laggiù l’aria fresca e il verde che ancora profuma. Se questa pace e felicità sono il bene della vita, l’aldilà lo immaginiamo come pace e gioia intensa, oggi immaginiamo che la pace di qua costituirebbe, moltiplicata all’infinito, l’altra vita in aldilà. Mi pare che ormai siamo arrivati a essere quasi tutti d’accordo con questa idea, nelle diverse culture, tranne per quelle sette in cui alcuni, veri arretrati dello spirito, riservano le pene orripilanti dell’inferno ai nemici che hanno in terra. Continua la lettura di Roghi
di Arnaldo Éderle
Bellissimo profondo
cielo.
Di lì guardavo l’infinito
pieno di nulla, pieno di
tutto.
E il mondo
era tutto qui giù con me.
E il collo di una
bottiglietta sul mio tavolino
puntava verso l’alto
per succhiarselo tutto
nella sua piccola pancia. Continua la lettura di Bellissimo profondissimo cielo
di Salvatore Dell’Aquila
A Roma, tuttavia
Io sono lungo un fiume
io sono un fiume limpido e limaccioso
l’angusto mio me stesso da cui vorrei fuggire
maneggiando solo focali estreme
veleggio sui fondali che la mia vita intera
hanno osservato giustificato accolto
fino all’ammainare in questa sera Continua la lettura di Rapsodia Liquida (in tempo di Guerra)
L’aria è diventata inquinata. Non per questo non respiriamo più. Natale non è più il groppo di candore e malinconia di quand’eravamo bambini. Non per questo non ci pensiamo più. Ripubblico per l’occasione una poesia su Natale di Armando Tagliavento (1930 – 2012), il bidello scrittore di cui trovate testi e notizie qui, qui e qui e tre sonetti sempre sullo stesso tema di Francesco Di Stefano, anche lui ben noto ai lettori di Poliscritture. Sono autori legati a un modo di sentire che ancora può essere detto a ragione popolare. Nello spazio dei commenti ciascuno/a può aggiungere (sobriamente!) altri versi o considerazioni. [E.A.]
La Notte di Natale
di Armando Tagliavento
E’ la notte di Natale.
Va un tale
ad accattare in un bare un cartoccio di sale
per la sua zucca astrale.
Egli s’insacca nella sua mantellina sbrindellata
e ingerisce di volata
i diciassette piani del palazzo in cima al quale
tana. Egli è povero, non ha un cavolo. Continua la lettura di NATALIZIE: Armando Tagliavento + Francesco Di Stefano