La morte di Meeten Nasr (Sergio Chiappori) è stata per me l’occasione di un ripensamento della sua figura (qui) e della sua poesia (qui). Che restano inseparabili , però, dal tentativo di un gruppo di poeti attivi soprattutto a Milano, i quali, a partire dal 2003-2004 e sotto l’egida di Giampiero Neri, promossero la rivista di poesia “Il Monte Analogo” dalla vita contraddittoria e breve(l’ultimo numero, il 13, uscì nel 2011). A distanza di tanti anni intendo, comunque, riflettere pubblicamente sul senso di quella esperienza, alla quale partecipai come direttore fino al n. 4 (maggio 2006), sostituito poi proprio da Meeten Nasr. Cosa impedì ai suoi redattori di amalgamarsi quel tanto che serve in ogni gruppo per confrontarsi e consolidare un progetto? Pubblico qui una mail che mandai ai redattori il 10 ottobre 2006, che chiarisce con riferimenti concreti quello che era per me il problema irrisolto della rivista. Non ho nessun intento di rinfocolare una tardiva e sterile polemica. M’interrogo e invito chi fosse interessato a interrogarsi sulla crisi tuttora irrisolta della poesia. Proprio partendo da un’esperienza fallita come questa. Pubblicherò volentieri tutti gli eventuali contributi critici che dovessero giungere a Poliscritture (poliscritture@gmail.com) . [E. A.].
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Su “Scorre il giovane tempo” di Meeten Nasr
Appunti di Ennio Abate
1.
Il titolo di questa Autoantologia delle poesie scritte da Meeten tra 1982 e 2014 viene chiarito leggendo a pag. 93 la poesia Nel bosco (da una stampa giapponese). E va subito in primo piano il legame con l’ Oriente di questo «viaggiatore svagato e inconsapevole», come l’ha definito Gianpiero Neri (pag. 35). In questo suo esplorare Meeten a me pare anche goloso, eclettico e culturalmente attrezzato. Ha il respiro del cosmopolita. Per l’essere figlio di «madre sefardita»? Grazie anche ai suoi studi di «epistemologia e di storia della scienza»? Non saprei dire. Ma, nel suo andare in giro per il mondo («Tornando da Bali senza scalo inseguivamo la luce del tramonto. Trascorsi le ore della più lunga notte attraversando l’India e osservando la Terra dal finestrino», pag. 97) a me pare che l’assorbimento, che rozzamente chiamerei delle culture orientali, abbia prevalsoi sulla sua stessa formazione umanistica («ha fatto studi di filologia greco-latina»).
Continua la lettura di Su “Scorre il giovane tempo” di Meeten NasrCiao Meeten!
di Ennio Abate
IL COMMIATO Io solo qui tra le donne. Forse anch'io dico e ridico più inutili parole. Tutta notte cambio tavoli e divani, a tutte parlo sperando di lasciare in questo mondo d'ombre qualche traccia del mio esserci stato. E ancora voci di notte, nuove luci diffuse, altre fessure da cui penetra l'alba e il suo silenzio. Ora usciamo all'aperto traversando vasti spazi acciottolati e strade dove ogni pietra risuona solitaria sotto i miei passi. E lì lasciarsi, lì tagliare con bacio forse ardito il filo del discorso sgocciolando altre inutili parole. E l'eterno ritorno ci riavvince. (da Meeten Nasr, Scorre il giovane tempo. AUTOANTOLOGIA POETICA 1982 -2014, pag.101 La Vita Felice 2014)
Ho saputo della morte inaspettata di Meeten Nasr dall’annuncio che ne ha dato su Facebook Luigi Cannillo (qui).
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