Archivi tag: Merkel

Sine titulo

di Roberto Bugliani

“Sono dialoghi costruiti in modo particolare, di cui che io sappia non conosco esempi in letteratura (a parte testi che vi s’avvicinano come quello di Carlo Coccioli, “Le case del lago”, o alcuni di Manuel Puig e Antonio Lobo Antunes). Sono dialoghi in cui i dialoganti non hanno indicatori semantici (quello che nei dialoghi “normali” indica l’identità e il tipo di “comportamento” dialogici, come “disse a voce bassa X” o “Y rispose con voce alterata”). Quando poi un dialogante interrompe il discorso dell’altro per fretta o per ribattere una cosa contraria, allora la stringa dialogica di chi interrompe ha inizio subito sotto il discorso del primo, con la prima parola in minuscolo e senza punteggiatura finale fino a che le interruzioni non finiscono, come una sorta di gradino o i versi d’una poesia. Graficamente questa disposizione spaziale è importante perché connota semanticamente una situazione. Qualora i dialoganti siano più di due, il dialogo si arricchisce di altre voci, diventa un dialogo plurale, dove nelle interruzioni che aggiungono altre voci valgono le stesse norme del dialogo a due. Le parole straniere, poi, le ho scritte come si pronunciano.” (da una mail di R.B. a E. A.)

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I Quaderni di Italo II

ejecuciones-mutilaciones-violaciones-asi-fue-la-conquista-de-america

di Italo Lo Vecchio

 

La Merkel (che non è la culona inchiavabile di berluskiana memoria, ma un complesso di poteri politici, economici e finanziari corso da contraddizioni interne che per l’occasione s’è infilato la maschera della Frau). Non se la passa bene, si dice. E dopo i “fatti” di Colonia ancor peggio, si dice. Che sia la Merkel la nuova destinataria della letterina che come uno spettro s’aggira per l’Europa? Continua la lettura di I Quaderni di Italo II

3 Pezzi Berlinisti

berlino

di Lorenzomonfreg

Colpisce in questi versi di un giovane poeta – tre flash su una Berlino amatodiata,  vista da straniero che vi si aggira in veste di anonimo rimbaudiano fantasma – soprattutto il lessico convulso, rabbioso e a volte quasi sgraziato.  Esso assorbe immagini e termini della vita consumistica di una grande metropoli e copre l’amarezza impotente di una memoria  antagonista sconfitta. Che non trova pace né nel sesso né nel dileggio dei simboli del mercato e dei dominatori né nell’antico sogno anarchico di una città “liberata all’alba dai serpenti”. (E. A.]

Berlin nr.1

Il pezzo questo pezzaccio strano
Scioglie le colle postindustriali
Dalle nostre guance infedeli
Chiediamo agli sciamani violacei
Di curare le tue dita spezzate
Le tue spezzate dita berlinesi Continua la lettura di 3 Pezzi Berlinisti