Riordinadiario
di Ennio Abate
1980
14 gennaio
Leggendo Vanoye, La funzione poetica nei messaggi scritti e Annaratone, Rossi, Versificazione e tecnica della poesia.
Continua la lettura di Riflessioni sulle “poeterie” (3)Riordinadiario
di Ennio Abate
14 gennaio
Leggendo Vanoye, La funzione poetica nei messaggi scritti e Annaratone, Rossi, Versificazione e tecnica della poesia.
Continua la lettura di Riflessioni sulle “poeterie” (3)Sia pur nel contesto “estivo” della riflessione avviata sui concetti di moltinpoesia e poesia esodante, pubblico anche su POLISCRITTURE questa approfondita e per me ancora attuale intervista che mi fece Ezio Partesana. Era apparsa sul blog POESIA 2.0 (qui). [E.A.]
Questa intervista è il risultato di un amichevole e fertile duello tra me e Ezio Partesana, filosofo agguerrito, uomo di teatro e poeta tuttora in disparte e “in clandestinità” (quasi quanto me). Partendo dal mio saggio «Appunti – Per una poesia esodante. Sulla ex-piccola borghesia o ceto medio in poesia» e dalle «Quattordici tesi per una poesia esodante» del settembre 2012, Ezio mi ha incalzato con una serie di domande mirate soprattutto a scandagliare i punti che più potrebbero interessare un lettore esigente, non frettoloso né compiacente. La prima domanda porta la data del novembre 2012, l’ultima del luglio 2013. Ne è uscito un testo più che meditato, che spero dica di lui e di me e di una comune esigenza di rigore e sincerità. Lo pubblico suddividendolo in sezioni e premettendo brevi indicazioni sui temi trattati. [E.A.] Continua la lettura di Sulla poesia esodante. Intervista (2013) di Ezio Partesana a Ennio Abate
di Ennio Abate
Nei giorni scorsi ho seguito su vari siti il dibattito nato dall’articolo di Alfonso Berardinelli (qui) sulle voci circa la chiusura della collana di poesia della Mondadori. Questa la mia risposta [E.A.]
Può valere la pena che chi si occupa di poesia ogni tanto dia un’occhiata anche a quello che dicono gli specialisti accademici (di metrica nel nostro caso) evitando lo “snobismo dal basso”? Credo di sì, anche se dal resoconto del convegno sulla metrica di Filippo Grendene, un giovane studioso padovano che ha seguito quei lavori, emerge soprattutto la sottolineatura del punto di crisi in cui si dibattono anche gli studi metrici: “La possibilità che gli strumenti della metrica non siano in grado, appellandosi alla lunga tradizione di studi, di rendere conto di alcuni fenomeni della più stretta contemporaneità, è rimasta sostanzialmente inconfessata, e fa tutt’uno con il dubbio rispetto a una mutazione della poesia nelle strutture più profonde”. Forza poeti, che ve la dovete sbrigare da soli…[E. A.]
di Filippo Grendene
1. Fra il 27 e il 28 novembre si è tenuto a Padova il convegno di studi La metrica dopo la metrica. L’obbiettivo dell’incontro, un pomeriggio e la mattina successiva, è sintetizzato nelle richieste rivolte ai relatori ed esplicitate da Raffaella Scarpa nel proprio intervento: si trattava di «affrontare da punti di vista diversi la metrica della poesia del secondo Novecento, evitando le monografie metriche su un solo autore»; di fare il punto, più in generale, sulla presa degli strumenti della stilistica e in particolare della metrica sulla poesia post-montaliana, sugli autori della cosiddetta terza generazione. Continua la lettura di La metrica dopo la metrica. Riflessioni e problematicità
di Ennio Abate
Invitato da L’isola che non c’è, un’associazione culturale che opera a Saronno, sto tenendo tre incontri sulla poesia rivolti ad un vivace gruppo locale di “cultori della materia”. Pubblico qui sul blog a puntate le varie introduzioni alla discussione. [E.A.]
Vi anticipo subito che nelle mie intenzioni questi incontri dovrebbero servire a ripensare la poesia in maniera critica, a vederla come problema aperto e e non come un valore indiscutibile o da riverire. In secondo luogo vorrei mettervi in guardia dal pensare agli strumenti della poesia – in primis quelli tecnici che si sono accumulati in secoli di esperienze e di studi e in vari paesi del mondo – in modo neutro e classificatorio. Non bisogna illudersi: sbaglia chi volesse accostarsi alla poesia in fretta o pensasse che la conoscenza della metrica, delle figure retoriche o delle funzioni del linguaggio sia una buona scorciatoia per entrare più facilmente in un territorio che è sfuggente, mutevole , ricco di sorprese e di trappole. Tanto più che una risposta definitiva o del tutto convincente alla domanda – ineludibile ma irrisolta – su cosa sia la poesia non esiste. Continua la lettura di Gli strumenti della poesia. (Lezione 1)