di Donato Salzarulo
Ho conosciuto mamma Lucia – come fin dall’inizio mi è venuto naturale chiamarla – nel settembre del 1967, quando sposai Giuseppina, la sua seconda figlia. Continua la lettura di Mamma Lucia
di Donato Salzarulo
Ho conosciuto mamma Lucia – come fin dall’inizio mi è venuto naturale chiamarla – nel settembre del 1967, quando sposai Giuseppina, la sua seconda figlia. Continua la lettura di Mamma Lucia
Al volo/Alla ricerca del Marx perduto (2)
di Ennio Abate
Sto leggendo il libro di Marcello Musto su Marx e, come al solito, su alcuni dei gruppi di FB avevo lasciato giorni fa questo mio:
AL VOLO/ VOI CHE TANTO PUBBLICATE, IMPARATE (DA MARX!) "La sua [di Marx] scrupolosità era meticolosa: "si rifiutava di scrivere una frase se non era in grado di di provarla in dieci modi diversi". Il convincimento dell'insufficienza delle informazioni e dell'immaturità delle sue valutazioni gli impediva di pubblicare gran parte dei lavori a cui si era dedicato, che rimanevano, perciò, abbozzati e frammentari". (da Marcello Musto, Ripensare Marx e i marxismi, pag. 52, Carocci, Roma 2011)Continua la lettura di Antimarxismo tinto di femminismo spiccio
Intervista di Ezio Partesana a Tiziano Marasco sopra il romanzo di Vladislav Vančura Campi di grano e campi di battaglia
Pubblico questa bella intervista che rafforza l’attenzione verso un autore importante e dimenticato sul cui nome, grazie ad Antonio Sagredo, anche Poliscritture ha cominciato (qui) a togliere la polvere. [E. A.]
Continua la lettura di La disgrazia dell’espressionismodi Luigi Paraboschi
Abitualmente non leggo le prefazioni ai libri di poesia prima di averne considerato con attenzione i testi , ma quella scritta di Dante Maffia per questa raccolta di Nota mi ha colpito in modo particolare per questa parte che riporto :
“il lettore non si faccia l’illusione che la chiarezza di Luciano Nota sia facilità. Dietro la raffinatezza e la mozartiana esecuzione (è esplicitamente nominato Mozart) ci sono spigoli e grotte, gravine e nuvole che vagano e dettano sentenze sotterranee, perciò ci si fermi a lungo sulle sue metafore, sugli ossimori, sui suoi “gesti” di parole franche, sulla sua maniera di entrare e uscire dai concetti e dalla liricità.” Continua la lettura di Su “La luce delle crepe”
di Ennio Abate
1.
Seguo per un residuo scrupolo dovuto alla mia formazione letteraria vari blog di poesia sul Web e do sempre un’occhiata ai testi che, ora timidamente ora sfacciatamente, vengono “condivisi” come poesia su FB. Ogni volta resto però più deluso perché poco o nulla mi dicono emotivamente e intellettualmente (al massimo in alcuni m’incuriosisce una certa destrezza formale). E lo strascico ormai standardizzato dei commenti, di solito genericamente plaudenti o, in pochi casi isolati, di scherno mascherato, aggiunge veleno al veleno. Né questa e la poesia né questi sono le reazioni dei lettori di cui sento di avere bisogno. Continua la lettura di Note sulla miseria nostra e della poesia d’oggi
di Franco Nova
Da molto tempo ormai Frisco era alla finestra osservando il cielo terso, stellato, senza Luna che disturbasse con il suo ambiguo chiarore la vista di quella silenziosa fissità. Frisco in effetti pensò che una Luna piena fa intravedere, con molte ombre e inganni, il paesaggio terrestre rendendolo più accattivante e dolce nel suo parziale e fluido nascondersi; la sua luminosità incerta cela invece gran parte di quel poco che l’occhio umano è in grado di scorgere quando si alza verso il cielo. Dopo questa non proprio profonda riflessione, Frisco si accinse a chiudere la finestra per ridarsi ai triti riti della sera in una casa come tante altre. Continua la lettura di Il pensiero di Frisco